domenica 27 novembre 2016

Animali notturni




Una standing ovation più che meritata per Tom Ford ed il suo Animali notturni. Dopo il buon successo, soprattutto di critica, di A single man (datato 2009), lo stilista-regista-sceneggiatore texano torna con l'adattamento cinematografico del romanzo Tony & Susan di Austin Wright e sforna un prodotto assolutamente di livello. Animali notturni è un thriller psicologico costruito in maniera impeccabile in tutti i suoi aspetti, pungente, critico e tremendamente veritiero nella rappresentazione dell'amore e della felicità nei suoi aspetti più oscuri e nascosti.
La storia si sviluppa su tre livelli: il primo è quello della protagonista Susan, proprietaria di una galleria d'arte e leggermente infelice della sua vita coniugale; il secondo è la storia del romanzo scritto dall'ex marito di Susan, Edward, che quest'ultimo le invia per avere un suo riscontro; il terzo sono i ricordi del matrimonio tra Susan e Edward che il romanzo di quest'ultimo ha scatenato nella ragazza.
Tre livelli, tutti uniti da un unico comun denominatore: la rappresentazione della fragilità dell'animo umano, della fragilità di alcune scelte e dell'oscurità insita nelle felicità apparenti in cui si cerca di nascondersi per evitare di affrontare la realtà.
Tom Ford descrive il tutto in maniera sublime, rendendo facilmente comprensibile una storia a tratti difficile da rappresentare, collegando al meglio tra loro i passaggi tra i vari livelli della storia, disseminando punti di raccordo tra le tre storie che con un po' di attenzione possono essere facilmente scoperti. In più si avvale di una fotografia monumentale, perfetta nel fondersi al meglio con la storia e dare quel senso di cupezza che ogni thriller psicologico dovrebbe avere.
Ma non solo, perché Tom Ford è aiutato anche dalle grandi interpretazioni di Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Michael Shannon e soprattutto di un grande Aaron Taylor-Johnson, tutti perfetti nei propri ruoli.
Come se tutto ciò non bastasse, il finale di Animali notturni è il fiore all'occhiello del cinema di Tom Ford: è il punto più alto della pellicola e contribuisce a renderla ancor più maestosa. 
C'è molto di David Lynch in Tom Ford; e questo è un bene, soprattutto se ciò comporta la riuscita di film di questo genere. 

SCENA CULT: il finale 

FRASE CULT: “Our world is a lot less painful than the real world.” 

VOTO FINALE: 7,5

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