domenica 18 dicembre 2016

Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali




Le scenografie, l'atmosfera, la fotografia e alcune piccole peculiarità sono molto da Tim Burton. La storia un po' meno. Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali, adattamento cinematografico del romanzo La casa per bambini speciali di Miss Peregrine (quindi titolo inverso rispetto al film, ndr.) scritto da Ransom Riggs nel 2011, è onestamente un film più adatto ad un pubblico di età tardo adolescenziale che ad un pubblico prettamente adulto, seppur amante del fantasy. Questo perché la storia per lunghi tratti è molto infantile, non nel senso brutto del termine, mette in scena rapporti, scontri, amicizie che hanno un appeal sicuramente maggiore per i teenager. Questo nulla toglie, però, al buon lavoro di Tim Burton nel rappresentare in maniera ottimale il romanzo di Riggs, mescolando e miscelando nel modo migliore i due mondi, quello reale e quello pseudo-fantastico dei loop, riuscendo a far risaltare al massimo le differenze tra i ragazzi speciali del titolo, strambi ma buoni, e i villain, umani e non. E poi Burton si affida alla sua nuova musa, almeno per quanto riguarda questo film: una Eva Green strepitosa, ammaliante, gotica e perturbante al punto giusto, una perfetta Miss Peregrine, in entrambe le sue vesti.
Il protagonista però della storia è il giovane adolescente Jacob Portman che, dopo la morte non del tutto chiara del nonno, si reca in Galles alla ricerca di un gruppo di bambini speciali di cui proprio il nonno gli aveva raccontato di averne fatto parte in passato. Qui conosce la misteriosa Miss Peregrine, direttrice dello speciale orfanotrofio: speciale perché i bambini e i ragazzi che lo abitano hanno talenti fuori dalla norma. E Jacob dovrà proteggerli da un'orribile minaccia.
Non penso che Miss Peregrine sia il miglior film di sempre di Tim Burton; sicuramente è il migliore degli ultimi anni e in più, senza entrare troppo nei dettagli, ha dalla sua una delle migliori dichiarazioni d'amore della storia del cinema. Perché magari poi questi sono film in cui il bene vince sempre, ma bisogna anche essere bravi nel rappresentare tutto ciò nel modo migliore: e Tim Burton con Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali riesce a farlo.

SCENA CULT: il reset del loop

FRASE CULT: "If I show you the rest you have to promise not to run away."

VOTO FINALE: 6+

sabato 17 dicembre 2016

Free State of Jones


Ancora Diritti Civili. Anche se la storia raccontata da Gary Ross, regista e sceneggiatore di Free State of Jones, è una vicenda rimasta un po' nascosta nei libri di storia, un fatto al centro solamente di sporadici studi specialistici e che negli anni non ha mai avuto la cassa di risonanza che meritava. Finalmente anche le vicende e la vita di Newton Knight hanno il posto che meritano nel panorama internazionale: perché è vero che la storia è ambientata durante e dopo la guerra di secessione americana, ma ciò che successe nella Contea di Jones in quegli anni ha contribuito ad alimentare le prime aperture per una nuova legislazione sui diritti civili che avrebbe impattato non solo la cultura americana ma anche quella mondiale.
Newton Knight è stato un aiuto-medico nelle file dell'esercito confederato durante la guerra civile americana: dopo aver assistito alla morte del giovane nipote sul campo di battaglia, decide di tornare a casa, disertando, per occuparsi della famiglia e della sua fattoria. Di lì, con le sue idee molto liberali e senza pregiudizi, inizia a formare una banda armata, riunendo anche altri disertori confederati, per ribellarsi proprio alla Confederazione. Dopo aver catturato una zona a sud-est del Mississipi, la dichiarano "Stato libero di Jones" e resistono fino alla fine della guerra. E dopo la fine della guerra, suo nuovo "compito" fu quello di combattere in ogni modo la discriminazione razziale cercando, insieme al suo fidato amico freedman Moses, di organizzare piccoli comitati con la gente afro-americana per garantire loro il diritto di voto. Nel film di Ross, la storia di Knight si intreccia con quella del suo pronipote, ambientata 85 anni dopo la fine della guerra.
Free State of Jones è un gran bel film, diretto molto bene, con una buonissima fotografia e un'incisiva colonna sonora. Ross si dimostra molto abile e capace a dar vita ad una storia per troppo tempo dimenticata e a realizzare un prodotto che, grazie ad una gestione oculata delle date e delle scene cruente, potrebbe (e dovrebbe) essere mostrata nelle scuole di tutti i paesi del mondo. 
E sicuramente una grande spinta a Free State of Jones la dà Matthew McConaughey, la cui interpretazione di Newton Knight è da incorniciare: il premio Oscar 2014 riesce ad essere sempre incisivo, senza abbassare neanche per un attimo il livello della sua recitazione.
Ovviamente Free State of Jones è da vedere, sia da chi ama la storia americana e le varie lotte per i diritti civili, sia da chi vuole avvicinarsi ad uno spaccato storico che continua comunque ad avere rilevanza anche nel nostro presente (il Ku Klux Klan esiste ancora oggi e ha appoggiato pienamente in campagna elettorale Donald Trump). 

SCENA CULT: l'aiuto di Newton a Mary e le sue figlie 

FRASE CULT: "From this day forward we declare the land north of Pascagoula Swamp, south of enterprise and east to the Pearl River to the Alabama border, to be a Free State of Jones. And as such we do hereby proclaim and affirm the following principles. Number one, no man ought to stay poor so another man can get rich. Number two, no man ought to tell another man what you got to live for or what he's got to die for. Number three, what you put in the ground is yours to tend and harvest and there ain't no man ought to be able to take that away from you. Number four, every man is a man. If you walk on two legs, you're a man. It's as simple as that." 

VOTO FINALE: 7+

giovedì 15 dicembre 2016

Snowden



L'eroe di tutti i complottisti e i paranoici. Edward Snowden, ovvero l'ex tecnico informatico della NSA e della CIA che nel 2013 rivelò in un'intervista del quotidiano The Guardian e in un documentario della regista Laura Poitras alcuni dati sensibili del governo americano, informando l'opinione pubblica mondiale dell'esistenza di programmi di sorveglianza di massa che lo stesso governo statunitense usava (o usa ancora?) in modo estremamente invasivo (e violando molti diritti alla privacy) per controllare, praticamente, quasi tutta la popolazione statunitense e mondiale.
Snowden, film ideologico e di denuncia firmato Oliver Stone, parte dall'intervista rilasciata dallo stesso Edward e ripercorre, attraverso flashback, gli anni in cui l'informatico statunitense ha lavorato come tecnico della sicurezza informatica per l'NSA e per la CIA.
Una storia cucita praticamente addosso a Oliver Stone, sempre sensibile a tematiche inerenti corruzione, politica, abusi di governo. Ed il montaggio messo in atto dal regista newyorkese è perfettamente centrato alla tematica affrontata e nonostante alcuni momenti non del tutto accattivanti, l'ideologia dietro alla scelte di Snowden consente di tenere sempre su buoni livelli il film. Ma è anche grazie a Joseph Gordon-Levitt che il film mantiente un'aura di assoluta credibilità: la caratterizzazione e l'interpretazione di Edward Snowden da parte dell'attore californiano sono strepitose, una prova attoriale di assoluto valore.
Snowden, causa alcune piccole libertà prese da Oliver Stone, non sempre riesce a catturare l'attenzione dello spettatore, ma quando lo fa, la presa è molto buona. Dopo aver visto Snowden è difficile non diventare paranoici e iniziare a credere che in un modo o nell'altro siamo tutti controllati. Logicamente, a mio parere, pensarci troppo rischierebbe di compromettere salute e vita delle persone, però onore ad Edward Snowden e al suo coraggio nell'aver voluto "smascherare" e rendere pubbliche alcune delle modalità con cui il governo americano controllava (o controlla?) in modo illegale la vita di buon parte della popolazione mondiale. 

SCENA CULT: l'ultima "missione" di Edward Snowden 

FRASE CULT: "There's something going on in the government that's really wrong and I can't ignore it. I just want to get this data to the world. I feel like I'm made to do this and if I don't do it, I don't know anybody else that can. I can't turn back from this." 

VOTO FINALE: 6,5

martedì 6 dicembre 2016

Sully



Era la mattina del 15 gennaio del 2009. Una giornata serena ma molto fredda a New York. Una giornata come molte altre nel mese di gennaio. Ad un tratto, il volo US Airways 1549 squarcia il cielo della Grande Mela, con un ammaraggio disperato sul fiume Hudson. Il risultato: tutti i 155 passeggeri a bordo dell'aereo, compresi i membri dell'equipaggio, restano illesi. Il comandante Chesley Sullenberger, soprannominato "Sully", è il nuovo eroe americano per tutta l'opinione pubblica statunitense (e internazionale). Ma la commissione di inchiesta del Dipartimento del Trasporto aereo non è del tutto d'accordo con la decisione presa dal comandante, che quindi dovrà rispondere delle sue scelte in un processo che potrebbe costargli pensione e carriera. Tutti quei momenti, tutti i pensieri di Sully, i giorni successivi all'ammaraggio e precedenti il processo, nonché il processo stesso, sono al centro del film Sully, diretto da Clint Eastwood e con Tom Hanks protagonista indiscusso e incontrastato, uscito lo scorso primo dicembre in Italia (distribuito negli Stati Uniti il 9 settembre).
Sully è un gran film, costruito in maniera perfetta, incentrato sulla figura di un uomo, sulle sue debolezze e sui suoi enormi punti di forza. Una storia, quella dell'ammaraggio del volo US Airways 1549, che sembra costruita proprio per Clint Eastwood, molto bravo (da sempre, ma specialmente nei suoi ultimi lavori) a far risaltare al massimo eroi americani (American Sniper l'ultimo suo film da regista), a dare voce al patriottismo nazionale che negli States è sempre molto sentito. E lo fa dando voce nuovamente ad un "working class hero", un eroe non prettamente designato come tale, messo in dubbio da beghe legislative alquanto bislacche, consapevole di aver fatto qualcosa di straordinario (le scene degli incubi di Sully stanno lì proprio per spiegare ciò) ma ugualmente lucido nel voler dividere i meriti con gli altri membri dell'equipaggio, i soccorritori, gli stessi passeggeri. Un'anima contrastata ma sempre convinta nella bontà delle proprie scelte. Un eroe, Sully, interpretato in maniera impeccabile da Tom Hanks.
Ultima nota: Sully è stato girato con la tecnologia IMAX, la quale contribuisce in egual misura a far entrare lo spettatore in maniera piena nell'azione. Perché se da un lato entriamo nella testa del protagonista, nelle sue paure e nelle sue certezze, dall'altro viviamo, proprio grazie all'IMAX, tutti i 3 minuti scarsi del volo come se stessimo in cabina di pilotaggio con Sully.
Gran film!

SCENA CULT: il processo

FRASE CULT: "Everything is unprecedented until it happens for the first time."

VOTO FINALE: 7,5