giovedì 3 giugno 2010

Prince of Persia: The Sands of Time





















La Walt Disney e Jerry Bruckheimer vogliono, grazie a "Prince of Persia", ricreare la stessa magia venuta fuori con la saga de "I pirati dei Caraibi". "Le sabbie del tempo", in teoria, rappresenterebbe il primo episodio di una possibile nuova saga. E bisogna ammettere che hanno fatto centro: il film merita, non sarà "La maledizione della prima luna" (film esordio delle vicende sui pirati), però si avvicina a quel livello.

Dastan è un orfano cresciuto nelle strade di Babilonia che il re persiano Sharaman adotta, facendolo diventare il terzo principe di Persia (perché il re ha anche due figli suoi). Da adulto, collabora con i suoi fratelli per la conquista della città santa di Alamut. Qui conosce la principessa Tamina e, accusato ingiustamente di aver ucciso il padre, si allea con lei per cercare di far venire a galla la verità e soprattutto per portare al sicuro uno strano pugnale, capace di poter riavvolgere il tempo.

Non è mai facile partire dalla base di un videogioco e trasformarlo in un prodotto cinematografico di livello. Il regista, Mike Newell, è stato bravo, insieme alla produzione, a non adattare in tutto e per tutto il videogioco, ma a creare una nuova storia, aggiungendo nuovi elementi ed eliminandoli altri (infatti, dopo l'uscita del film, è uscita la nuova versione del videogioco, "Le sabbie del tempo", ispirata proprio al film). Le location (Marocco) sono splendide e anche molte riprese sono funzionali all'idea di un film-videogioco: in alcune scene sembra proprio di trovarsi all'interno del videogioco (chi c'ha giocato, come il sottoscritto, lo sa).
Buon cast, anzi diciamo anche ottimo. Jake-DonnieDarko-Gyllenhaal alle prese finalmente con un film d'avventura se la cava alla grande e conferma ancora una volta le sue doti da grande attore poliedrico. Bravissima Gemma Arterton a tenere testa (soprattutto nei duetti) al suo collega...ah, dimenticavo, non solo brava ma anche molto bella. Grandissimo Alfred Molina!!! Nella norma Ben Kingsley.

Chissà, forse con "Prince of Persia - Le sabbie del tempo" finalmente la trasposizione cinematografica di un videogioco di enorme successo sbancherà i botteghini e riuscirà a sconfiggere la sindrome da fumetti (di solito i film tratti dai fumetti guadagnano di gran lunga di più al box office rispetto a quelli tratti dai videogame). Lo speriamo, perchè il film è bello, leggero, si lascia vedere e ci sorprende ad ogni scena.


SCENA CULT:
Sicuramente la scena con la gara degli struzzi!!!


BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Un così nobile principe che salta in aiuto della bella in pericolo."
"Chi ha detto che sei bella?"
"Ci sarà un motivo per cui non stacchi gli occhi da me..."
"Tu sei...ehm...io..."


VOTO FINALE: 7,5


minno85

venerdì 28 maggio 2010

Remember me






















Ok, non è il genere che preferisco. Ok, è abbastanza drammatico. Ok, è un po' lunghetto e si sofferma troppo su alcuni particolari. Però, in fin dei conti, Remember me è carino come film.

E' la storia di Tyler, ventiduenne rimasto colpito dal suicidio del fratello maggiore. In perenne conflitto con il padre; indeciso su cosa fare nella vita; adora la sua sorellina Caroline; divide l'appartamento con il pazzo Aidan. Un giorno, quasi per scommessa, si imbatte in Ally, figlia del poliziotto che lo aveva arrestato precedentemente, e, dal primo incontro, nasce l'amore.

Allora, non è un film smielato: ripeto, è un film molto drammatico, in quanto si incontrano due persone (Tyler e Ally) colpite entrambe da tragedie familiari che le hanno segnate nel profondo.
La regia è buona, i dialoghi anche, come i monologhi del protagonista, però si pecca troppo in ripetitività. Il film è lento, forse anche troppo.
Il "vampiro" Robert Pattinson esprime troppa rabbia mista ad amore, è troppo depresso per toccare il cuore dello spettatore. E poi, con la sigaretta cadente dalle labbra, sembra proprio voglia "scimmiottare" James Dean.
Emile de Ravin è abbastanza semplice e normale, non entra nel profondo del proprio personaggio: forse questo è anche un errore di sceneggiatura, ma comunque il suo personaggio non è spiegato fino in fondo, la tragedia che l'ha segnata da piccola non viene bene introspezionata. Quindi perchè aprire il film con la scena della morte della madre di Ally?
Abbastanza passivo Pierce Brosnan nella parte del padre di Tyler, pochi tentativi di uscire dall'anonimato per Chris Cooper che impersonifica il padre di Ally.

La storia è carina ed il film si lascia vedere...ma purtroppo lascia un senso di paranoia dentro un po' difficile da superare in fretta.


SCENA CULT:
Tyler che lancia l'estintore nella scuola della sorella, per far capire alle altre compagne maligne che Caroline non si tocca.


BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Qualcuno sta cercando di dirmi: fai che lei ti ricordi per sempre...sto lavorando al per sempre."


VOTO FINALE: 6


minno85

martedì 25 maggio 2010

Robin Hood























Ci voleva Ridley Scott per raccontare finalmente la "vera" storia di Robin Hood, così come la si legge nei libri. Non che il film di Kevin Reynolds del 1991 "Robin Hood - Il principe dei ladri" non sia bello, ma travisava un po' la leggenda dietro all'uomo, raccontava gli avvenimenti in modo troppo sbrigativo e poco conforme alla letteratura esistente. Il regista de "Il Gladiatore" invece, ci racconta dall'inizio la storia di Robin Longstride, poi Robin Loxley ed infine il famigerato Robin Hood.

Il film ci racconta la vita di Robin Hood prima ancora di diventare il famoso ladro e fuorilegge, dalla sua fuga dalla Terrasanta insieme a Little John ed altri due amici dopo la morte di Re Riccardo (Cuor di Leone), al suo arrivo a Nottingham per adempiere ad una promessa fatta al morente Robert Loxley, ed infine alla guerra contro i francesi, a fianco di Re Giovanni. Da lì sarà dichiarato fuorilegge...e la leggenda ebbe inizio.

E' un capolavoro!!!! Non mi stancherò mai di dirlo. E' un film strepitoso in tutto, bellissimo. Dal cast alla regia, dalla scenografia alla fotografia, tutto!! Ci si aspettava un capolavoro dalla premiata ditta Scott-Crowe (ribattezzati dalla compagna di set Cate Blanchett, Ridley'n'Russell) e non si rimane delusi. Sempre più maestosa proprio Cate-Lady Marian-Blanchett e strepitosi anche tutti gli attori di contorno (tra cui nota di merito a Re Giovanni-Oscar Isaac).

Andate tutti a scoprire l'uomo dietro alla leggenda...intanto mi siedo ad attendere la seconda parte (sbrigatevi a girarla!!).


SCENA CULT:
Robin Hood, Little John, Fra Tuck e gli altri due compagni di viaggio che assaltano il carro con il grano di Nottingham diretto al Vescovo


BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Rise and rise again...until lambs become lions!!" (Ribellarsi e ribellarsi ancora...finchè gli agnelli non diventeranno leoni)


VOTO FINALE: 8,5


minno85

lunedì 10 maggio 2010

The book of Eli























Ormai i film post-apocalittici sono all'ordine del giorno, se il futuro sarà veramente come ci viene raccontato nei film il genere umano non avrà vita facile. Hollywood corre seriamente il rischio di ripetizione di storie raccontate. Ma Codice Genesi, nella sua etichetta di film su un dopo possibile apocalisse, si distacca dai soliti cliché e diventa un buon film, gradevole e per nulla scontato.

Il solitario Eli, dopo una guerra nucleare che ha decimato il genere umano, vaga nelle terre infinite di ciò che resta degli Stati Uniti d'America, portando con sé un libro che potrebbe salvare il genere umano: l'ultima Bibbia rimasta nel mondo. Una sola destinazione: l'Ovest. Una compagna di viaggio: la giovanissima Solara. Ma sulle tracce dello stesso libro vi è lo spietato Carnegie, disposto a tutto pur di sottrarglielo.

Sintetizziamo e diciamo che è bello un po' il tutto: fantastica fotografia, buonissima storia, buon cast, eccellente regia dei fratelli Hughes. Non era un film facile, non è un film facile da capire: c'è un mix di elementi post-catastrofe, lunghi dialoghi, sperimentazione dei personaggi dall'interno, citazioni. C'è azione, ma allo stesso tempo non è un film d'azione.
Il cavaliere solitario (anche se cammina a piedi) è interpretato da un fantastico Denzel Washington, totalmente diverso dall'ultima versione un po' compassata e pesante (in tutti i sensi) di "Pelham: 123". Incarna alla perfezione il personaggio, gli da alla grande quell'aria un po' misteriosa del "super-eroe". Perfetto anche nelle scene senza dialogo, in cui fa capire allo spettatore, senza parlare, il conflitto interno di Eli.
Carnegie è interpretato dal cattivo del grande schermo per eccellenza, Gary Oldman. Ormai è specializzato in ruoli non proprio amorevoli, in ruoli da antagonista in tutto e per tutto. Comunque è sempre una garanzia.
Infine, brava, oltre che bella, Mila Kunis, che interpreta Solara, compagna di viaggio scomoda, amica ed infine aiutante del protagonista Eli.

Ciò che mi chiedo esula dal film: riusciremo a capovolgere il futuro che i film americani ci auspicano?


SCENA CULT:
L'arrivo di Eli e Solara sul Golden Gate Bridge di San Francisco.


BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Non deve avere senso: è la fede! è la fede!...è il fiore della luce nel campo delle tenebre che mi da la forza di andare avanti...lo capisci?"
"E' preso dal tuo libro?"
"No...è Johnny Cash live nella prigione di Folsom."
"Cosa?!?!?"


VOTO FINALE: 7


minno85

sabato 8 maggio 2010

The fourth kind






















Esistono gli alieni? Vengono veramente nel nostro mondo per rapirci e sottoporci ad esperimenti di cui noi però non abbiamo nessun ricordo. Il film "Il quarto tipo" prende spunto da fatti reali e mescolando gli elementi in stile mockumentary (film più registrazioni di fatti veri) prova a raccontarci ciò. E devo dire che almeno questo film, anche se non pubblicizzato con un'ampia campagna di marketing, almeno un pò di tensione, di paura, di pathos e di batticuore li mette (non come il ridicolo Paranormal Activity). L'unico dubbio finale è che poi ho scoperto che anche i pezzi registrati di fatti veri in realtà non lo sono affatto, sono rifacimenti con attori.

La pellicola narra i misteriosi eventi che accadono a Nome, in Alaska, da quasi quarant'anni, legati ai rapimenti alieni. La psicologa Abigail Tyler, dopo la morte misteriosa del marito, indaga sui sogni strani di alcuni suoi pazienti, arrivando a categorizzarli come rapimenti alieni.

Il film è molto complesso ma girato, come detto, inserendo dei filmati reali (che alla fine tanto reali non sono) nella narrazione. Buona trovata, se qualcuno pensa che la storia che si racconta sia frutto di fantasia sbatte contro questi filmati, che sembrano veritieri (i video delle registrazioni delle sedute dei pazienti con la dottoressa e la loro ipnosi, la (im)probabile intervista con la stessa Abigail Tyler, i video girati dalle telecamere di sicurezza delle macchine della polizia). In realtà, poi, ho scoperto che queste riprese amatoriali del film sono costruite e che anche la dottoressa Abigail Tyler delle registrazioni è un'attrice.
Invece, la psicologa, nel film vero e proprio, è interpretata dalla bellissima Milla Jovovich. Interpretazione nella norma, né alti né bassi. Così come tutto il cast, si è assestato su livelli normali, senza "scimmiottare" più di tanto un argomento che già di per sé è difficile da credere.

Beh, che dire...il film è claustrofobico, l'atmosfera che si crea è efficace, viene creata suspance e tensione, come ho già detto. Però non si scava più di tanto affondo. In teoria dovrebbe essere un horror, io lo classifico come un thriller, non un buon film, ma almeno alcune scene fanno sussultare lo spettatore sulla sedia.


SCENA CULT:
La sessione di ipnosi a casa del secondo paziente, il quale viene sollevato in aria da una forza misteriosa.


BATTUTA/DIALOGO CULT:
Quella voce parla sumero, la lingua più antica dell'uomo. In vari musei ci sono incisioni e sculture sumere di uomini in tuta spaziale e maschere a ossigeno e di razzi che somigliano all'Apollo [...] E stiamo parlando di più di 6000 (6mila) anni fa.


VOTO FINALE: 6


minno85


martedì 27 aprile 2010

Agorà























Non riesco a capire il senso di fare un film come Agorà: ciò che intendo dire è che la pellicola è piatta e non ha niente di speciale, veramente non si capisce perchè il film sia stato girato e proiettato. Ma andiamo con ordine.

Agorà racconta la vita e la morte della filosofa Ipazia (370-415 d.C.), trovatasi in mezzo agli scontri tra diverse fazioni ad Alessandria d'Egitto. Il film apre con la faida interna alla città tra fanatici cristiani e pagani (tra cui la famiglia della filosofa), con quest'ultimi costretti a consentire ai "parabolani" (come vengono chiamati i cristiani nel film) il libero accesso alla famosa Biblioteca d'Alessandria, da quel momento oggetto di atti barbarici. Poi la storia si sposta a svariati anni dopo, con un'altra faida interna alla città, tra i cristiani e gli ebrei. Nel mentre Ipazia è assorta nello studio del sistema solare, nel ricercare risposte sul centro dell'universo, ed è preda delle mire del neo prefetto Oreste (suo ex alunno) e del cristiano Davo (suo ex schiavo).

Agorà è diretto da Alejandro Amenabar, spagnolo così come il film, ed interpretato da Rachel Weisz. La scenografia è spettacolare: la città di Alessandria è stata ricostruita in ogni minimo particolare e rappresentata in modo molto veritiero e bello (nel voto finale, poi vedrete, il film prende un punto in più proprio per la scenografia). Ma è tutto qui. Il film è pieno di retorica e non si capisce dove Amenabar voglia arrivare. Forse criticare un po' tutti i fanatismi religiosi, ed in questo caso cristiani, dipinti realmente come fanatici e ribelli. Però poi si dipinge la stessa protagonista Ipazia come fanatica, più che della religione, della filosofia e dell'astronomia: si lascia morire pur di non cedere ad un piccolo compromesso per garantire la pace in città.
Rachel Weisz è molto piatta nella sua performance e quindi ne viene fuori una Ipazia quasi al di fuori del film: usa sempre le stesse espressioni, non alza mai il livello della sua recitazione.
Stesso dicasi per i personaggi di contorno.

Il film ruota per 140 minuti sempre intorno la stessa cosa, sempre intorno alle stesse storie: è un ripetersi ciclico di scene viste e riviste. Ed in più alla fine ci viene svelato che tutti i lavori della filosofa Ipazia sono andati perduti e quindi non si sa se è realmente vero il fatto di aver scoperto che il sole è al centro dell'universo e tutti i pianeti gli girano intorno con orbite ellittiche: e allora che cosa abbiamo visto nelle 2 ore e 20 minuti di film?

Si poteva fare molto ma molto meglio. Bocciato in tronco.


SCENA CULT:
Quando viene inquadrata la città di Alessandria in tutto il suo splendore.


BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Tutti i lavori scientifici di Ipazia sono andati perduti..."


VOTO FINALE:5,5


minno85

mercoledì 21 aprile 2010

Bordertown




















Allora, premetto che bisogna ringraziare la professoressa AnnaLisa Tota perchè oggi a lezione ci ha fatto vedere il documentario "Senorita extraviada" di Lourdes Portillo e in un certo senso mi ha "spinto" a vedere questo film.

Bordertown parla di eventi reali, che sono accaduti e che continuano ad accadere ora, in questo momento, a Ciudad Juarez, piccola cittadina del Messico al confine con il Texas: vengono assassinate numerose donne, si parla ufficialmente di 400 donne ma ne sono molte di più, catturate all'uscita delle maquiladoras (le fabbriche), violentate e sepolte nel deserto. Sono delle vere e proprie desaparecidos, il governo e la polizia non hanno interesse a rincorrere la verità, azione molto più costosa rispetto al lasciare tutto com'è.
L'inviata del "Chicago Sentinel" Lauren Adrian indaga su queste misteriose sparizioni e si imbatte in una ragazza che per miracolo è riuscita a sfuggire a morte certa (ma che comunque si è sorbita le violenze).

Il tema è scottante e rilevante. In pochi nel mondo sanno quello che realmente accade a Juarez. La questione passa quasi del tutto inosservata e in Messico c'è quasi il divieto di parlare di queste "sparizioni". Anche la troupe si è ritrovata a girare in condizioni pessime e rischiando un bel pò: attori minacciati, difficoltà nelle riprese a Juarez, furgoni-camerini oggetti di vandalismo, ecc.

Buona la regia di Gregory Nava e buona anche la recitazione del cast: Jennifer Lopez perfetta nella parte dell'inviata americana che ritorna nei luoghi d'infanzia (doveva affrontare il ruolo di una giornalista con le palle e beh, lei si fa valere alla grande), Maya Zapata molto brava nel ruolo della ragazza sfuggita alla morte e senza sbavature le interpretazioni di contorno di Antonio Banderas (direttore del giornale locale che cerca di far luce sulla faccenda) e Martin Sheen (direttore del "Chicago Sentinel").

E' un film da vedere, bisogna aprire gli occhi su questa realtà messicana, bisogna capire cosa realmente succede a Juarez e capire la fortuna di non viverci.


BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Lauren...il numero di donne assassinate non è 375...quello lo ha stabilito a tavolino la polizia...il vero numero è molto vicino a 5000 (5mila)."

SCENA CULT:
Scusate ma in un film come questo non riesco a scegliere una scena cult


VOTO FINALE: 8


minno85

martedì 13 aprile 2010

Friday Night Lights (serie tv) 1a Stagione





















Friday Night Lights è una serie tv che prende spunto dal libro "Friday Night Lights: A Town, A Dream, and A Team" scritto da Bissinger, che ha dato vita anche ad un film omonimo e ha dato spunti ad altri film sul football (su tutti Varsity Blues). Il libro racconta la stagione 1988 della squadra liceale dei Permain Panthers di Odessa, in Texas.
La serie tv segue le linee guida del film, ma trasloca le vicende nella città fittizia di Dillon: qui la squadra liceale dei Dillon Panthers deve riuscire a riportare a casa il titolo di campioni del Texas.
Quindi le aspettative sulla squadra sono parecchie, in Texas il football è uno stile di vita. Il nuovo coach dei Panthers, Eric Taylor, non avrà vita facile per cercare di far quadrare il cerchio e plasmare al meglio una squadra che ha nei singoli Jason Street (quarterback), Smash Williams (running-back) e Tim Riggins (full-back) il perno centrale. Ma alla prima partita, nell'episodio pilota, un incidente in campo pone fine alla carriera della star Jason Street (richiestissimo da tutte le università d'America) e lancia quella di Matt Saracen, nevrotico quarterback con una serie infinita di problemi e con il solo e "sfigato" Landry Clarke come amico. La stagione è appena iniziata e sarà molto lunga, la fine è tutta da scrivere.

Come in ogni serie tv che si rispetti, c'è una buona dose di presenze femminili: Tami e Julie Taylor (rispettivamente moglie e figlia del coach), Lyla Garrity, Tyra Collette. Le loro vicende si intrecciano inevitabilmente con quelle dei giocatori di football.

Questa prima stagione di Friday Night Lights è una delle migliori di sempre. Ha ottenuto un enorme successo di critica, lodata per il suo ritratto realistico della classe media americana e per la profonda esplorazione caratteriale dei personaggi.
Il cast è formato da attori poco conosciuti ma strepitosi, considerando il fatto che il metodo delle riprese è completamente innovativo: ampia libertà agli attori di improvvisare un copione con delle linee guida, al massimo 2-3 ciak per scena, come si fosse a teatro, stile delle riprese a documentario. Tutto ciò ha dato vita ad un qualcosa di magico, si fa veramente il tifo per i Dillon Panthers guardando la serie: complimenti a tutti!!


FRASE GUIDA:
"Clear eyes...full hearts...cant'lose!!" (occhi limpidi, cuore puro...noi vinciamo!!"

PERSONAGGI IN:
Tim Riggins
Tyra Collette

VOTO FINALE: 9


minno85

lunedì 29 marzo 2010

Up in the air






















Ecco un altro film candidato all'ultimo premio Oscar: devo dire, meritatamente.

"Tra le nuvole" racconta la storia di Ryan Bingham, tagliatore di teste aziendale (licenzia le persone), che è ormai abituato a vivere la sua vita in viaggio, da uno stato all'altro dell'America. L'arrivo di una nuova giovane collega, Natalie, lo costringerà a mostrarle i trucchi del mestiere, l'arte di viaggiare senza avere un'ancora, senza affetti, vivendo tra alberghi e aereoporti. Irrompe nella sua vita anche l'affascinante Alex, donna incontrata al ristorante durante un viaggio, anch'essa viaggiatrice incallita. Il tutto cercando di arrivare al traguardo dei 10 milioni di miglia in volo.

Dopo "Juno", un gran bel film del regista Jason Reitman che, come detto, ha ottenuto la candidatura all'Oscar come miglior film, ma non solo (6 le candidature complessive). La storia è tratta dal romanzo omonimo di Walter Kirn del 2001 ed è stata sceneggiata molto bene; non solo, anche la scelta degli attori è stata premiata da una recitazione eccellente.
George Clooney si conferma attore di primo livello, la sua interpretazione, valsagli la candidatura all'Oscar come migliore attore, è perfetta: forse la parte era proprio disegnata su di lui, gli calzava a pennello.
Bravissima, oltre che bellissima, l'ucraina Vera Farmiga nella parte di Alex, donna affascinante quanto misteriosa.
Ma su tutti ha spiccato Anna Kendrick (Natalie nel film), grandissima: i suoi duetti con Clooney sono formidabili e riesce a tener testa al più quotato attore in modo brillante. Ed in più qui spicca veramente la sua bravura di attrice, un bel pò coperta nella saga di Twilight, dove recita la parte di Jessica, amica della protagonista. Comunque, entrambe le attrici (Farmiga e Kendrick) sono state candidate all'Oscar come migliori attrici non protagoniste: nessuna delle due se lo è aggiudicato, però la preferenza va ad Anna Kendrick (almeno la mia).

Che dire, bel film, bella storia, una dramedy (commedia drammatica) bel riuscita: si ride ma alcune scene fanno anche pensare. E' un film per tutti con un bel finale...che non vi svelo...GUARDATELO!!


SCENA CULT:
Il dialogo a cena (la prima) tra Natalie e Ryan: botta e risposta da urlo!! (anche se comunque tutti i loro dialoghi sono spettacolari)

BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Che è successo?"
"Jim è in preda al panico"
"Oggi?!?!?"
"Si, è così che funziona il panico"
"Che vuoi che faccia?"
"Va a parlargli!"
"Vuoi che gli parli io?!?!"
"Senti, o lo fai tu o lo faccio io...la mia storia personale la sai, mi hanno eliminata in terza base."
"Io non sono mai andato alla battuta...non sto nemmeno in panchina!"
"Non ti mantieni facendo discorsi, roba motivazionale?"
"Dico alla gente come evitare di impegnarsi!"
"E che cazzo di messaggio è questo?!!?!"
"E' una filosofia"
"E' stupida!"
"A te sarebbe stata utile!"

VOTO FINALE: 7,5


minno85

martedì 23 marzo 2010

Alice in Wonderland






















Meraviglioso!! Veramente meraviglioso: grazie Dio per aver creato Tim Burton!!

La storia la sappiamo un pò tutti: chi non ha mai letto o non ha mai visto almeno il cartone di Alice nel paese delle meraviglie?!!? Va bene, riepiloghiamo: la giovane diciannovenne Alice, durante i festeggiamenti per il suo fidanzamento (a sua insaputa), scappa per rincorrere il Bian Coniglio nella sua tana; si ritroverà in un mondo fantastico (che aveva già visitato 13 anni prima ma di cui non ricordava l'esistenza), paladina nella battaglia tra la regina rossa e la regina bianca, attorniata da personaggi bizzarri come lo Stregatto e il Cappelaio Matto.

Penso che solamente la mente geniale di Tim Burton poteva portare al cinema il mondo fantastico dei romanzi di Lewis Carrol, "Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie" e "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò". Il regista ci trascina proprio per mano in questo mondo, tanto reale per come è descritto, quanto di fantasia. Il film mescola tecnologie visive e di fotografia tra live action e motion caption e la scelta del 3D è azzeccata: le immagini in 3D del paese delle meraviglie sono spettacolari (tra tutte il Brucaliffo che fuma e le nuvolette sembrano proprio entrarti negli occhi). Logico che il prezzo del biglietto per queste visioni in 3D è un po' troppo alto, ma questa è un'altra storia.

Il cast è stellare! Anche per le interpretazioni. Andiamo con ordine, da Alice in poi:
- Mia Wasikowska, 21 australiana già vista in Amelia e Defiance, è la Alice perfetta. Incarna perfettamente il personaggio, lo fa vivere nel modo migliore possibile. Era alla sua prima vera prova da attrice: superata. MAGICA!
- Johnny Depp, il Cappellaio Matto. Ormai le sue interpretazioni non fanno più notizia. Strepitoso anche nella parte del Cappellaio, mai fuori posto, nessuna accentuazione del personaggio. E' l'attore feticcio di Tim Burton per eccellenza ed è eccellente in tutto, anche qui. PAZZO!
- Helena Bonham Carter, la Regina di Cuori. Anche lei attrice feticcia di Tim, nonché sua compagna nella vita reale. E' lei, è la Regina di Cuori! Si fa fatica adesso a pensare alla faccia (e alla testa) della regina senza pensare a lei! I suoi sguardi carichi di odio misto a benevolenza sono fantastici. CATTIVELLA!
- Anne Hathaway, la Regina Bianca. Non era facile con tutti queste star ed i loro personaggi riuscire a far emergere anche quello della Regina Bianca: lei ce la fa. Si rimane colpiti dalla sua interpretazione, soffice, candida proprio come il suo personaggio. Sembra una danzatrice, è perfetta in ogni movimento, maestosa nell'interpretazione; le parole rendono poco alla sua interpretazione della Regina Bianca. ANGELICA!
Il resto del cast è all'altezza della situazione: da Crispin Glover (fante di cuori) a Matt Lucas (PincoPanco e PancoPinco sono sensazionali). Peccato poi non poter sentire le voci originali dei vari personaggi di fantasia: il Brucaliffo (Alan Rickman), Ciciarampa (Christopher Lee), lo Stregatto (Stephen Fry), il Bianconiglio (il grande Michael Sheen).

Quindi onore e gloria a Tim e penso sia scontato che bisognerebbe andare a vedere Alice in Wonderland, per rilassarsi un paio d'ore, immergersi insieme ad Alice nel paese delle meraviglie e bere un tè con il Cappellaio Matto.


SCENA CULT:
In teoria un pò tutto il film: ma la migliore in assoluto è quella dell'arrivo di Alice dal Cappellaio Matto, il tè insieme a lui ed agli altri allegri compagni.

BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Cappellaio..."
"Si Alice..."
"Ma alla fine che differenza c'è tra un corvo ed una scrivania?"
"Non lo so..."

VOTO FINALE: 8,5


minno85

giovedì 18 marzo 2010

Shutter Island






















E' sempre un film di Martin Scorsese. Questo si deve pensare, nonostante tutto.
Shutter Island è tratto dal romanzo "L'isola della paura" di Dennis Lehane e, ambientato nel 1954, parla dell'arrivo di due agenti federali (Leonardo DiCaprio e Mark Ruffalo) all'Ashecliff Hospital, ospedale psichiatrico-criminale situato a Shutter Island, piccola isola isolata dal mondo. Devono indagare sulla sparizione, apparentemente sull'evaporizzazione di una donna, ricoverata lì dopo aver ucciso i tre figli. Ma le indagini prenderanno una piega del tutto inaspettata.

Come detto, è un film di Martin Scorsese. La prima parte è un insieme di scene che sembra non abbiano né capo né coda, un mix tra allucinazioni del protagonista (DiCaprio) e vita reale. La seconda parte, e soprattutto il finale, alzano un pò il livello del film. E' un film da vedere ma non è assolutamente il capolavoro che ci si aspettava. Il film è invaso da un senso d'angoscia difficile da sciogliere anche al termine della pellicola stessa ed il clima cupo contribuisce a dare un ritmo molto lento e, come detto, angosciante alla storia.
Non ci troviamo di fronte al miglior Leonardo DiCaprio: non riesce a fare immedesimare il pubblico nel protagonista, non trasmette ciò che in teoria dovrebbe e potrebbe trasmettere. Il DiCaprio di Shutter Island ha le stesse movenze e da le stesse sensazioni del DiCaprio di The Departed: sembra lo stesso personaggio e questo è un suo errore.
Ben Kingsley, nella parte del dottor John Cawley, è anonimo, nel bene e nel male: non alza il livello della pellicola ma nemmeno lo abbassa, è neutro; così come Mark Ruffalo nella parte dell'altro agente federale, partner del protagonista.
Nota di merito in assoluto, invece, a Michelle Williams: ne ha fatta di strada la Jen Lindley di Dawson's Creek. Interpreta la parte della moglie defunta di DiCaprio e le sue apparizioni, nelle allucinazioni del protagonista, sono una manna dal cielo: interpretazione ottima.

In sintesi, Shutter Island comunque è un film da vedere (e rivedere per capire meglio l'intreccio della trama), ma non rimarrà come uno dei capolavori di Martin Scorsese.


SCENA CULT:
L'apparizione di Michelle Williams nella prima allucinazione di Leonardo DiCaprio: la scena in cui si dissolve in polvere mentre è stretta a suo marito è molto bella e toccante.

BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Meglio morire da persona per bene che vivere da mostro..."

VOTO FINALE: 6

minno85

martedì 16 marzo 2010

Paranormal activity






















Tanto rumore per nulla...anzi tanto marketing per nulla!! Pubblicizzato come il film più pauroso di tutti i tempi, il film che ha spaventato l'America e addirittura Steven Spielberg. Beh, allora io sono strano, perchè a me non ha fatto alcun effetto.

La storia è ambientata a San Diego, ma il pubblico vede solo le registrazioni all'interno della propria casa di Micah e Katie, realizzate con una telecamera a mano. Katie di notte ha degli strani incubi e Micah decide di montare la telecamera in camera per vedere cosa succede durante la notte. E da lì ha inizio la storia.

Pellicola vietata ai minori di sedici anni, attacchi di panico nelle sale dei cinema di tutta Italia e del mondo: boh, io sinceramente non lo capisco!! L'idea non è neanche male: riprendere il film con una telecamera a mano, come fosse un finto documentario di una storia realmente accaduta (l'idea di fare un nuovo The Blair witch project, fallita miseramente come Cloverfield). La storia è scontatissima, così come il finale, che non vi rivelo: in giro ce ne sono 3 differenti di finali, io ho visto non quello del cinema ma quello contenuto nel Dvd. Comunque tre finali scontati e che non sconvolgono più di tanto. Quindi, film rimandato, anzi bocciato. The Blair witch project non è ancora arrivabile.


SCENA CULT:
Quando Katie viene trascinata di notte da una forza invisibile, prima fuori dal letto, poi giù dalle scale.

BATTUTA/DIALOGO CULT:
C'è qualcosa qui...sento il suo respiro addosso!!


VOTO FINALE: 4,5

minno85

lunedì 15 marzo 2010

Up






















Strepitoso!! Che sia stato il secondo film della storia ad essere nominato agli Oscar come miglior film (il primo fu La bella e la bestia) è cosa assai lecita e giusta. In più si è anche accaparrato, oltre all'Oscar scontato come miglior film d'animazione, anche l'Oscar come migliore colonna sonora.

La storia narra il viaggio avventuroso (usando la propria casa come mongolfiera) dell'ormai ottantenne Carl Fredricksen verso il Sudamerica, verso le cascate paradiso: era il suo sogno e soprattutto quello di Ellie, la sua appena defunta moglie. A fargli compagnia, suo malgrado, Russel, scout di 8 anni a cui manca solamente il distintivo di "accompagnatore di anziani". Arrivati in Perù niente sarà come poteva sembrare.

Come detto prima, è un film strepitoso, bellissimo. Indipendentemente dal fatto di essere un film d'animazione. Tutti dovrebbero vederlo: la Pixar ha fatto centro di nuovo!


SCENA CULT:
I dieci/quindici minuti di racconto poetico per immagini e musica (di Michael Giacchino) che racconta la storia d'amore tra Carl e Ellie, dalla gioventù fino all'infanzia: toccante proprio.

BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Cos'è quel coso?!?!!?"
"Un beccaccino"
"No! Quello è uno struzzo in technicolor!!!"

VOTO FINALE: 8

minno85

giovedì 11 marzo 2010

Grindhouse - Planet Terror






















Visto che ci sono posto anche il commento sulla seconda parte di Grindhouse, quella diretta da Robert Rodriguez: Planet Terror

La storia è ambientata in una cittadina del Texas (probabilmente la stessa Austin del primo episodio, A prova di morte): a causa di una dispersione di DC-2 nell'atmosfera, i cittadini iniziano piano piano a trasformarsi in infetti sickos, pieni di pustole; se ne vanno in giro per la città come zombie ad infettare e a mangiare gli altri umani. La resistenza a questi esseri è capitanata da El Wray (Freddy Rodriguez) e la sua ragazza Cherry Darling (Rose McGowan), la quale ha un fucile al posto di una gamba; ma non è solo da loro che il nostro gruppo di eroi dovrà difendersi.

Film splatter, sulla falsa riga di tutti i film sugli zombie, Planet Terror scorre abbastanza bene, ma è un film tutto sommato scontato. Come nel primo Grindhouse, anche qui c'è una parte recitativa di Quentin Tarantino, che come sempre se la cava molto bene. Per il resto nota di merito soprattutto a Marley Shelton (la dottoressa Block): spettacolare, sia da perfetta mogliettina, che da infermiera anestetizzante, sia da pazza ammazza zombie, che da madre "premurosa". Dalla regia e sceneggiatura di Robert Rodriguez (Sin City) ci si aspettava di più, ci si aspettava un qualcosa di diverso: ma soprattutto si cade in basso nel momento in cui Bruce Willis (tenente Muldoon, si vede solo all'inizio e alla fine) dichiara di aver ucciso Bin Laden e che questi erano gli effetti della guerra in Iraq. A questo punto allora perchè non sviluppare meglio questo argomento?
Ultima nota curiosa: ad un certo punto sembrava si trattasse di una reunion dei superstiti di Lost (la serie tv), vista la presenza di Naveen Andrews (Sayid Jarrah nel telefilm) e di Jeff Fahey (il comandante Frank Lapidus).

SCENA CULT:
Tutte le volte che Cherry Darling (Rose McGowan) uccideva i cattivi utilizzando la sua gamba, all'inizio il piede aguzzato di un tavolino, poi un super fucile automatico.

BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Se qualcuno si avvicina alla macchina spara!"
"Anche se è Papà?"
"SOPRATTUTTO SE E' PAPA'!!!!!"

VOTO FINALE: 5,5


VOTO COMPLESSIVO Grindhouse - A prova di morte + Grindhouse - Planet Terror: 5ù


Minno85

Grindhouse - Death proof





















Bene, Grindhouse è un film horror/splatter diretto da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez ed è diviso in due parti: Grindhouse - A prova di morte, Grindhouse - Planet Terror.
In questo post si parlerà della prima parte, A prova di morte.

La storia è ambientata a Austin, e la prima parte del film (perchè anche il film stesso è diviso in due parti) racconta la serata di Jungle Julia (la Dj più quotata del paese) e delle sue amiche. Durante la serata vengono pedinate da un certo "stuntman Mike" (Kurt Russell), stuntman ormai in pensione. La seconda parte del film ripresenta sempre "stuntman Mike", questa volta alle prese con quattro ragazze del mondo del cinema (tra cui una splendida Rosario Dawson).

Non è certamente l'opera migliore di Tarantino, girata tra Kill Bill 2 e Inglorious Basterds. Comunque le riprese in stile antiquato, come i film d'exploitation anni '70, sono molto belle. La recitazione non arriva a livelli alti, manca sempre quel qualcosa, alcune scene sono un pò prive di senso. Si salva benissimo invece Rosario Dawson, ed in generale tutta la seconda parte del film: il dialogo delle quattro ragazze a colazione in una caffetteria, non solo ricorda il dialogo iniziale del film Le Iene, ma è girato, recitato, sceneggiato benissimo. Kurt Russell sembra ormai un eroe vecchio e morente che si trascina in film d'azione in cui non riesce a riproporsi come in passato: la faccia è sempre quella, non proprio da maniaco, più da uomo in cerca di vendetta.

Sicuramente, insieme a Grindhouse - Planet Terror, si poteva fare di più: ma del secondo film della serie Grindhouse parlerò la prossima volta.

SCENA CULT:
Le quattro ragazze del secondo episodio (Rosario Dawson, Tracie Thoms, Mary Winstead, Zoe Bell) a colazione in una caffetteria: i loro 10-15 minuti di dialogo collettivo sono strepitosi.

BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Ehi, Pam! Ti ricordi quando ho detto che la macchina era a prova di morte? Non dicevo una bugia...questa macchina è al cento per cento a prova di morte; ma per godere di questo vantaggio, tesoro, tu dovresti essere seduta esattamente dove sono io!"

VOTO FINALE: 5,5


MINNO85

giovedì 4 marzo 2010

Invictus
























La rinascita di un'intera nazione. La forza di un uomo. La capicità di un capitano.
Tratto dal romanzo "Ama il tuo nemico" di John Carlin, Invictus si basa su fatti realmente accaduti nel 1995, quando Nelson Mandela (Morgan Freeman), nel tentativo di riappacificare una nazione divisa dall'odio tra neri e bianchi, capisce che sfruttare il mondiale di rugby in Sudafrica e riunire la nazione nel tifo degli Springbok (la nazionale sudafricana di rugby) potrebbe rafforzare l'orgoglio nazionale e lo spirito di unità del paese. In poche parole, il film racconta la nascita della "Rainbow Nation" (nazione arcobaleno).

Beh, il film è molto bello. Un Matt Damon in condizioni super nella parte del capitano della nazionale Francois Pienaar. Un Morgan Freeman che è quasi la copia identica di Nelson Mandela, non solo fisicamente, ma anche e soprattutto nei modi di parlare e camminare: è lui!
La regia di Clint Eastwood è spettacolare, il modo in cui vengono mostrate le scene delle partite di rugby è sensazionale: sembra proprio di essere in campo a giocare, è tutto molto veritiero ed emozionante. E soprattutto alcune scene sono molto emozionanti: penso alla visita di Pienaar al carcere in cui era stato rinchiuso per quasi trent'anni Mandela, le scene finali, la nazionale di rugby (tutti i giocatori erano bianchi tranne uno) che fa visita ad un campetto di periferia pieno di ragazzini di colore, che si innamorano del rugby.

Quindi, come avrete capito, è un film assolutamente da vedere!! Complimenti a tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto.


SCENA CULT:
La nazionale di rugby in visita al carcere in cui Nelson Mandela era stato rinchiuso: Francois Pienaar che entra nella stanza in cui aveva "dimorato" il presidente e si chiude all'interno, ripensando alle parole del sonetto "Invictus" e immaginandosi Mandela a spaccare pietre e a dormire il quel mezzo giaciglio.

BATTUTA/DIALOGO CULT:
Non importa quanto sia stretta la porta, quanto piena di castighi la vita. Io sono il signore del mio destino, io sono il capitano della mia anima.

VOTO FINALE: 8,5

martedì 2 marzo 2010

District 9



















Io non so cos'hanno bevuto all'Academy per fa sì che questo film fosse inserito nel lotto dei 10 film che si contendono la statuetta di miglior film. District 9 è un film sostanzialmente privo di senso: cioè un senso ce l'avrebbe pure, ma il tutto è sviluppato molto male e anche la candidatura del regista Neill Blomkamp sembra un po' assurda.

Ambientato in Sud Africa, il film racconta come nel 1982 un'astronave aliena sia atterrata sulla terra senza più ripartire. Sono passati quasi 30 anni e l'astronave è sempre ferma immobile sopra il cielo di Johannesburg. Gli alieni, chiamati nel film "Gamberoni", si sono accampati in una baraccopoli ai margini della città, si cibano di scatolette di cibo per gatti e fanno affari con i nigeriani (e questo ha fatto arrabbiare molto il governo nigeriano, perchè nel film i nigeriani sono descritti come criminali, cannibali e con prostitute che vanno con questi alieni). Dopo varie contestazioni degli abitanti di Johannesburg per via delle continue rivolte degli esseri alieni, che non accettano di essere rinchiusi nello spazio a loro riservato, il governo sudafricano decide di spostarli in una zona franca a 240 km dalla metropoli. Per questo compito viene nominato capo squadra Wikus Van De Merwe, genero del capo della MNU. Wikus viene infettato da un liquido e comincia a trasformarsi in alieno: isolato dagli umani, cerca di allearsi con un gamberone per riuscire a riprendersi le sembianze umane.

Ok, il messaggio di fondo potrebbe anche essere positivo: si parla di odio raziale e xenofobia. Però il film non ha un senso logico, si perde nella prima mezz'ora in descrizioni assurde e anche il continuo è molto frammentario e incredibilmente superficiale.
E poi, domanda: è mai possibile che quando gli alieni parlano, tutti capiscono tranne lo spettatore?

Quindi se si pensa ai film candidati alla statuetta, tra i quali "Tra le nuvole" "Bastardi senza gloria" "Up" "Avatar" "The hurt locker", sorge spontanea un'altra domanda: ma che ci fa questo film in mezzo a loro a giocarsi l'oscar di miglior film?


SCENA CULT:
Non ce ne sono di scene cult

BATTUTA/DIALOGO CULT:
Probabilmente qualche dialogo alieno è interessante, peccato non si riesca a capire cosa diavolo dicano!!!

VOTO FINALE: 5 (stasera mi sento buono)


p.s. questa come sempre è la mia opinione...che è e resta sempre una MIA opinione...probabilmente, anzi sicuramente, a qualcuno questo film potrà anche piacere...a me NO!!!


venerdì 26 febbraio 2010

Lovely bones





















Incomprensibile. Si, è incomprensibile come un film del valore di "Amabili resti" possa incassare meno, in Italia, di "Scusami ma ti voglio sposare". Però, visto che sto recensendo il film di Peter Jackson e non quello di Moccia, lasciamo perdere e sorvoliamo l'argomento.

Il romanzo di Alice Sebold, quasi una autobiografia, da cui è tratto il film, narra la storia di Susie, stuprata e assassinata dal suo vicino di casa: dal mondo di mezzo, nel quale si trova, osserva la sua famiglia, i suoi amabili resti, cercando di indirizzare il padre sulle tracce del suo assassino.

Il film è girato negli spazi sconfinati della Nuova Zelanda, metà preferita di Peter Jackson (è lì che è stata girata la trilogia del "Signore degli anelli" e il rifacimento di "King Kong"); spazi che consentono al regista di creare un meraviglioso mondo di mezzo in cui è "imprigionata" Susie. Ogni singola scena del film è di forte impatto emotivo e senzazionale. L'unica pecca della pellicola, probabilmente, è la durata: la prima parte del film scorre molto bene ed è bellissima; la seconda parte un pò di meno, l'eccesiva durata fa un pò perdere la scorrevolezza del film, che comunque resta sempre un gran film, ma non un capolavoro.

Il cast è strepitoso, sia come nomi che come perfomance: grandi Mark Walhberg e Rachel Weisz nella parte dei genitori, conferma positiva per Saoirse Ronan nel ruolo di Susie (dopo l'oscar sfiorata lo scorso anno a 14 anni per il film "Espiazione"), sempre grande Susan Saradon. Ma a spiccare più di tutti, una spanna sopra a tutti, è Stanley Tucci: la sua interpretazione del serial killer George Harvey lascia a bocca aperta; si vede lo studio maniacale sul personaggio, la veridicità di ciò che interpreta.

Detto questo, beh, è ovvio che il consiglio che do a tutti è di vedere "Amabili resti", di immergersi con Susie nell'America di inizio anni '70 e soprattutto nel suo mondo di mezzo.


SCENA CULT:
Susie nel suo mondo di mezzo, mentre passeggia in riva al mare e vede incagliarsi sugli scogli e rompersi le bottiglie di vetro con dentro i velieri che il padre, collezionista, stava distruggendo a casa propria, non dandosi pace per la morte della figlia

BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Il mio cognome è Salmon, come il pesce...il mio nome: Susan...avevo 14 anni quando mi hanno assassinata, il 6 dicembre 1973..."

VOTO FINALE: 7,5


MINNO85

mercoledì 17 febbraio 2010

Girl, Interrupted



Beh, avevo detto di voler parlare anche di film meno recenti...ed ecco qui che come d'incanto il primo post lo dedico al film di James Mangold, "Ragazze interrotte". Ho ripensato alla canzone "Downtown" che Susanna (Winona Ryder) suona e canta insieme a Lisa (Angelina Jolie) in una scena del film ed eccomi qui a parlarne.

La trasposizione cinematografica del diario di una ragazza ricoverata in un ospedale psichiatrico (perchè il film è tratto dalla storia vera si Susanna Kaysen) poteva risultare molto difficile e troppo cupa. Invece, partendo dal presupposto che comunque ci sono momenti di alta drammaticità, il film scorre molto bene per tutti i suoi 120 minuti, con scene molto belle e cariche di significato.
Le attrici sono strepitose: a partire dalla protagonista Winona Ryder (che poi sapremo essere affetta da cleptomania nella vita reale, le ironie della vita), Angelina Jolie (Golden Globe e Oscar come miglior attrice non protagonista proprio per questo film), Brittany Murphy (rivedere la scena del suicidio adesso fa un certo effetto, RIP) e le altre pazienti dell'ospedale (tra le quali spicca Clea DuVall); per finire con la grandissima Whoopi Goldberg.

Il film è bello, su questo niente da dire. Anche l'ambientazione. Forse si poteva sviluppare di più certi aspetti ma è logico che un film non può durare una vita. Ah, dimenticavo, anche i salti temporali tra i pensieri del presente e del passato di Susanna sono un gran tocco di classe.

Chiudo dicendo che in fin dei conti questo film è un inno alla vita (c'è anche una battuta della Jolie: "Allora...viva la vita!") e il superamento dei propri problemi: parlandone si possono superare. Non so quanto possa essere d'accordo su questa cosa ma mi adeguo, anche se comunque alla fine Susanna non ammette di avere disturbi psichici.


SCENA CULT:
Susanna e Lisa che cantano "Downtown" davanti alla porta della camera di Polly per consolarla.

BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Su Jane, che razza di albero pensi di essere sdraiata lì per terra?!?"
"Sono un arbusto spezzato!!!"

VOTO FINALE: 7


P.S. come detto commenti aperti, ognuno la può pensare come vuole

MINNO85

Ladies and gentlemen

Un saluto a tutti quanti.
Questo blog si occuperà di cinema: pubblicherò recensioni di film (scritte da me), curiosità su film, parlerò di fatti inerenti al cinema, con qualche piccola parentesi sulle serie tv americane.
I commenti saranno liberi, quindi chi vuole può commentare e scrivere ciò che vuole su i film o serie tv che di volta in volta presenterò. State certi che ogni volta che vedrò un film pubblicherò qui una breve recensione, un breve commento di ciò che ho visto.
Logico che, iniziando ora, i film un pò meno recenti potrebbero trovare meno spazio, ma comunque mi impegno ugualmente a scrivere ogni tanto qualche breve recensione anche di film visti tempo fa.

Bene, questo è quanto...un saluto a tutti e buon divertimento.


MINNO85