Incomprensibile. Si, è incomprensibile come un film del valore di "Amabili resti" possa incassare meno, in Italia, di "Scusami ma ti voglio sposare". Però, visto che sto recensendo il film di Peter Jackson e non quello di Moccia, lasciamo perdere e sorvoliamo l'argomento.
Il romanzo di Alice Sebold, quasi una autobiografia, da cui è tratto il film, narra la storia di Susie, stuprata e assassinata dal suo vicino di casa: dal mondo di mezzo, nel quale si trova, osserva la sua famiglia, i suoi amabili resti, cercando di indirizzare il padre sulle tracce del suo assassino.
Il film è girato negli spazi sconfinati della Nuova Zelanda, metà preferita di Peter Jackson (è lì che è stata girata la trilogia del "Signore degli anelli" e il rifacimento di "King Kong"); spazi che consentono al regista di creare un meraviglioso mondo di mezzo in cui è "imprigionata" Susie. Ogni singola scena del film è di forte impatto emotivo e senzazionale. L'unica pecca della pellicola, probabilmente, è la durata: la prima parte del film scorre molto bene ed è bellissima; la seconda parte un pò di meno, l'eccesiva durata fa un pò perdere la scorrevolezza del film, che comunque resta sempre un gran film, ma non un capolavoro.
Il cast è strepitoso, sia come nomi che come perfomance: grandi Mark Walhberg e Rachel Weisz nella parte dei genitori, conferma positiva per Saoirse Ronan nel ruolo di Susie (dopo l'oscar sfiorata lo scorso anno a 14 anni per il film "Espiazione"), sempre grande Susan Saradon. Ma a spiccare più di tutti, una spanna sopra a tutti, è Stanley Tucci: la sua interpretazione del serial killer George Harvey lascia a bocca aperta; si vede lo studio maniacale sul personaggio, la veridicità di ciò che interpreta.
Detto questo, beh, è ovvio che il consiglio che do a tutti è di vedere "Amabili resti", di immergersi con Susie nell'America di inizio anni '70 e soprattutto nel suo mondo di mezzo.
SCENA CULT:
Susie nel suo mondo di mezzo, mentre passeggia in riva al mare e vede incagliarsi sugli scogli e rompersi le bottiglie di vetro con dentro i velieri che il padre, collezionista, stava distruggendo a casa propria, non dandosi pace per la morte della figlia
BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Il mio cognome è Salmon, come il pesce...il mio nome: Susan...avevo 14 anni quando mi hanno assassinata, il 6 dicembre 1973..."
VOTO FINALE: 7,5
MINNO85
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