lunedì 25 gennaio 2016
Piccoli brividi
Tradotti in 32 lingue, oltre 500 milioni di copie vendute in tutto il mondo: la serie "Piccoli brividi" (Goosebumps il titolo originale), scritta dall'autore statunitense Robert Lawrence Stine, è stato il caso editoriale più eclatante degli anni 90. Concepiti come racconti brevi ed indicati ad un pubblico compreso tra i 9 ed i 12 anni, Piccoli brividi sono horror "leggeri", con un intreccio semplice e caratterizzati dal susseguirsi di colpi di scena, tra cui l'eclatante finale che di solito stravolge l'intera vicenda. Dopo una serie televisiva andata in onda tra il 1995 e il 1998, è appena uscito nelle sale cinematografiche italiane un film tratto da questa serie di romanzi, dal titolo, appunto, Piccoli brividi, diretto da Rob Letterman e con protagonista Jack Black.
Il film non è l'adattamento cinematografico di uno dei libri scritti da Stine: il protagonista del film è proprio Robert Lawrence Stine che, con l'aiuto della figlia Hannah e dei suoi due amici Zach e Champ, deve riuscire a rinchiudere nei libri tutte le bestie da lui create, dopo che i tre ragazzi, sciaguratamente, le hanno liberate.
Un mix tra Jumanji, Una notte al museo e, soprattutto, Inkheart, Piccoli brividi segue il canovaccio dei racconti di Stine ma pecca un po' a livello di trama, piatta e con un finale si spiazzante, ma sicuramente un po' strano. Logicamente, anche se il film si rivolge ad un pubblico di età superiore ai 12 anni, Piccoli brividi risulta una pellicola abbastanza leggerina, puntando poi molto più sullo humor che sull'horror vero e proprio. Ciò è però compensato dal ritmo martellante imposto al film da Rob Letterman, che non da modo allo spettatore di fermarsi a pensare alle incongruenze e alle assurdità (a volte) della trama, evitando tempi morti e tenendo alta l'attenzione anche grazie alla colonna sonora di Danny Elfman. Regia, quella di Letterman, che va anche a compensare un uso degli effetti visivi più da b-movie che da blockbuster, con una resa scenica dei mostri di Stine a dir poco mediocre.
Il cast, con Jack Black in testa, è bravo a creare l'amalgama perfetto e a risultare convincente nei vari scambi dialettici e ironici del film (con alcune trovate e gag assolutamente azzeccate).
Piccoli brividi è un film che non ha grandi pretese, e così deve essere preso e guardato: con leggerezza, un pizzico di simpatia e senza grosse aspettative. Perché a volte servono anche questi film.
VOTO FINALE: 5,5
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