lunedì 11 gennaio 2016
Il ponte delle spie
3 anni dopo Lincoln, Steven Spielberg torna dietro la macchina da presa e lo fa in maniera strabiliante. Il suo Il ponte delle spie, passato un po' in sordina a causa dell'uscita quasi contemporanea del settimo capitolo della saga di Star Wars, è uno dei migliori prodotti del 2015, sotto tutti i punti di vista, dalla sceneggiatura curata dai fratelli Coen, all'interpretazione di un cast di assoluto livello, alla regia dello stesso Spielberg: la corsa alla statuetta più ambita è lanciata.
Tratto dalla vera storia della "Crisi degli U-2" avvenuta nel 1960, in piena guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica, Il ponte delle spie ha come protagonista principale l'avvocato newyorkese James Donovan che, accettando la difesa di un uomo accusato di essere una spia russa, si ritrova al centro delle contrattazioni tra le due super potenze mondiali del momento e giocherà un ruolo fondamentale per garantire l'equilibrio mondiale.
Basta poco per rendere al meglio, cinematograficamente parlando, una storia (vera) già più che interessante in partenza: a Spielberg è bastato avvalersi dell'aiuto dei fratelli Coen in fase di stesura della sceneggiatura, di un direttore della fotografia del calibro di Janusz Kaminski (che lavora con il regista dai tempi di Schindler's List) e della bravura di Tom Hanks e di un supporting cast totalmente all'altezza.
La regia di Spielberg è asciutta e molto decisa, con stacchi e attenzione ai dettagli che suscitano maree di sensazioni per lo spettatore, tenuto vivo in ogni singolo secondo de Il ponte delle spie da un ritmo molto alto, con poche pause; il film, grazie ad una sceneggiatura azzeccatissima cattura sin dal primo instante e tiene incollati allo schermo nonostante una durata (141 minuti) che potrebbe sembrare eccessiva ma che in realtà non pesa assolutamente. I Coen, e anche Spielberg, compiono un autentico capolavoro nella caratterizzazione dei personaggi: magari aiutati, come detto, da un Tom Hanks in stato di grazia e anche da uno strepitoso Mark Rylance, i protagonisti della vicenda risaltano in maniera sorprendente e ci vengono presentati nella loro interezza, dando modo allo spettatore di capire il perché, in ogni singola scena del film, vengano compiute determinate scelte.
Il ponte delle spie è un film da vedere e, nonostante sia quello meno pubblicizzato al momento, si attesta tra i 10 migliori film del 2015.
SCENA CULT: l'arrivo di James Donovan a Berlino, in piena guerra fredda e con il muro in costruzione
FRASE CULT: "My name is Donovan, Irish, on both sides of father and mother. I am Irish, you are German. But what makes us Americans? Just one thing, a one, a... The rulebook. We call it the Constitution and agree to the rules, and that's what makes us Americans. It is everything that makes us Americans."
VOTO FINALE: 7,5
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