domenica 31 gennaio 2016
Joy
Può Hollywood arrivare a fare un film sull'inventrice del Miracle Mop (un innovativo tipo di mocio)? E per di più romanzare un buon 50% della storia? Tutto ciò è sinonimo di mancanza di vere e proprie idee. Un concetto già trattato e su cui bisognerebbe approfondire perché non è possibile che per sfornare film a ripetizione si debba arrivare a sfuttare qualsiasi tipo di storia.
Ma siamo qui per parlare di Joy, che in fin dei conti, indipendentemente dalla premessa, è un buon film, nonostante l'idea di base non sia delle più accattivanti e la morale sia tutto fuorché innovativa.
Joy è la storia di riscatto di Joy Mangano che da casalinga è diventata una delle imprenditrici di maggior successo negli Stati Uniti, grazie alla sua fulminante invenzione: il Miracle Mop. Il film racconta le difficoltà incontrate da Joy nel suo percorso che la porterà a presentare il suo prodotto su un famoso canale di televendite statunitense e farlo diventare un vero e proprio best seller.
Diretto, sceneggiato e prodotto da David O. Russell, Joy vede come protagonista assoluta delle pellicola Jennifer Lawrence, finalmente autrice di una prova di sostanza e convincente come non le succedeva da Il lato positivo (guarda caso sempre diretto da Russell): non solo è riuscita a trionfare ai Golden Globes come miglior attrice protagonista in un film commedia o musicale, ma è candidata anche all'Oscar sempre nella stessa categoria. La candidatura è sicuramente meritata, perché la Lawrence compie un grande lavoro sul personaggio e riesce a sfoderare una buonissima interpretazione della Mangano, in tutte le sue sfaccettature. Anche agevolata, comunque, da un cast di buonissimo livello, capeggiato da Robert De Niro e Bradley Cooper (che ormai sono un classico nei film del regista newyorkese) e ben amalgamato con Edgar Ramirez, Diane Ladd, Virginia Madsen, Isabella Rossellini e Dascha Polanco: il feeling tra gli attori è palese e contribuisce alla buona riuscita del film.
Un film diretto bene da Russell, ormai specializzato in commedie filo-drammatiche che hanno nella famiglia il cardine centrale e il punto di forza del protagonista o della protagonista di turno; Joy ha un buon ritmo e la regia di Russell è attenta a non uscire mai dal seminato, anche se dopo una buonissima prima parte il film cala un po' nella seconda metà, con una chiusura sicuramente romanzata in confronto a ciò che è realmente accaduto. Ci sta: Joy prende spunto dalla storia personale di Joy Mangano ma, come detto in precedenza, la adatta al linguaggio cinematografico; il problema è che a volte sfiora il grottesco e la pecca di Russell è puntare solamente sulla sua "eroina", lasciando da parte gli altri personaggi.
Si poteva fare sicuramente di più.
SCENA CULT: l'esordio in tv di Joy
FRASE CULT: "Don't ever think that the world owes you anything, because it doesn't. The world doesn't owe you a thing"
VOTO FINALE: 6,5
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