venerdì 17 febbraio 2017

Smetto quando voglio - Masterclass


La banda è tornata. Si, è uno slogan che hanno usato un po' tutti quelli che si sono approcciati al racconto di Smetto quando voglio - Masterclass. Ho deciso di usarlo anche io: perché dovrei fare il radical chic e usare altri termini ad effetto? Penso sia giusto così: quella frase sottolinea il fatto che sia stata data continuità al buonissimo lavoro svolto con Smetto quando voglio, fenomeno cinematografico italiano di quasi 3 anni fa. Anzi, con Smetto quando voglio - Masterclass si è anche alzato il livello: perché se nel primo episodio si parlava di una commedia vera e propria, con poco "action" puro e soprattutto con un finale un po' approssimativo, in questo episodio c'è tutto. Commedia, azione e un finale pazzesco, che lascia aperte le porte per il terzo episodio della serie (a tal proposito, se vedete Smetto quando voglio - Masterclass al cinema, rimanete fino a dopo i titoli di coda). Sydney Sibilia si conferma grandissimo e abilissimo regista (e sceneggiatore, perché ci sono anche le sue idee nella sceneggiatura del film), fenomenale nel mixare azione e commedia rimanendo sempre incisivo; ne esce fuori un film in salsa rock-psichedelica ma con un ritmo e una modernità da incorniciare, un ottimo sequel che non cade mai nel banale e nel grottesco ed esalta a dismisura le doti dei suoi attori principali. Che altri non sono se non quelli del primo film, con in più le new entry di Greta Scarano, Marco Bonini, Giampaolo Morelli, Rosario Lisma e...lo vedrete guardando il film.
Un film, Smetto quando voglio - Masterclass, che parte, dopo un preambolo iniziale, su per giù da dove era finito il primo episodio. Con Pietro Zinni finito in carcere e gli altri membri della banda in attesa di giudizio per l'aggressione al farmacista; Pietro viene convinto dall'ispettrice Paola Coletti a riformare la banda e a collaborare con la polizia: se riescono a "smascherare" 30 smart drugs e a bloccare alcuni spacci della capitale potranno ritenere la loro fedina penale pulita. Ma non tutto va come dovrebbe andare e soprattutto una sostanza creerà alcuni grattacapi a tutto il gruppo.
Siamo probabilmente davanti al ritorno all'età dell'oro della commedia e del cinema italiano in generale. E il franchise (a questo punto lo chiamerei proprio così) di Smetto quando voglio è una delle punte di diamante di questa rinascita. Merito sicuramente di Sydney Sibilia che, come detto, è riuscito a correggere le piccole imprecisioni del primo film e, con l'aiuto degli altri due sceneggiatori, Francesca Manieri e Luigi Di Capua, a rendere Smetto quando voglio - Masterclass un film pressoché perfetto e spassosissimo. Con un ritmo, sia nelle scene che nelle battute (e nei dialoghi), molto alto ma che non incide sulla coerenza e sulla comprensione della storia.
Aspettiamo fiduciosi il terzo capitolo di questa saga, convinti che si rivelerà ancora una volta un film di assoluto livello. 

SCENA CULT: la rapina al treno 

DIALOGO CULT:
"Pietro, perché hai una svastica sul casco?" 
"Perché sono venuto con un sidecar originale del III Reich e non è che posso andare con un casco normale su un sidecar originale del III Reich, altrimenti sembrerei un cretino." 

VOTO FINALE: 7,5

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