sabato 13 febbraio 2016
La quinta onda
Ci deve essere per forza qualcosa nell'aria se 4 differenti scrittori decidono, su per giù nello stesso periodo, di scrivere dei romanzi distopici, fantascientifici, per ragazzi, che trattano in un modo abbastanza simile alcune dinamiche e danno vita a trilogie o saghe letterarie che in breve tempo li porta dagli scaffali delle librerie ai cinema di tutto il mondo. In principio fu Suzanne Collins con il suo Hunger Games, il cui primo libro della trilogia uscì nel 2008 e dai romanzi vennero tratti 4 film; poi toccò a The Maze Runner, saga composta da 6 romanzi fantascientifici di ambientazione postapocalittica scritti da James Dashner e che ha visto già uscire nei cinema 2 film; infine la serie Divegent, composta da tre romanzi scritti da Veronica Roth e che vedrà a breve uscire nelle sale cinematografiche il terzo capitolo della saga, dopo le fortune alterne dei primi due. Quindi: perché non dare vita ad un'ulteriore saga cinematografica del tutto simile alle tre precedenti sovracitate? Perché non prendere la serie di romanzi di Rick Yancey e renderli dei nuovi blockbuster così da cavalcare l'onda del successo delle saghe per ragazzi? Il motivo sarebbe stato molto semplice: La quinta onda, primo romanzo della trilogia di Yancey da cui è stato tratto il film con protagonista Chloë Grace Moretz uscito in Italia lo scorso 4 febbraio, cinematograficamente parlando non racconta niente di nuovo, manca di originalità e soprattutto arriva dopo una "indigestione" di film di questo genere.
La Moretz interpreta Cassie Sullivan, liceale in cerca del fratellino Sammy dopo un'invasione aliena della Terra che, con varie ondate, ha decimato la popolazione mondiale.
Il problema de La quinta onda è un insieme di scelte sbagliate che francamente restano difficili da giustificare e da comprenderne il motivo. Si parte da una sceneggiatura, firmata da Susannah Grant, che fa acqua da tutte le parti, con dialoghi assolutamente surreali e situazioni al limite del ridicolo: la trama non è per niente accattivante e soprattutto, come detto in precedenza, non da spunti innovativi rispetto ai film sovacitati già usciti nei cinema, rendendo i 112 minuti di durata del film una lunga agonia, senza colpi di scena e con pochissimi momenti non noiosi. La regia firmata da J Blakeson è assolutamente da dimenticare, poco aiutata anche da effetti speciali praticamente assenti: assecondare la sceneggiatura, senza metterci niente di proprio, da il colpo di grazia al film e rende La quinta onda un film di basso livello.
Non bastano a salvare la pellicola i (pochi) momenti brillanti di Chloë Grace Moretz, la cui bravura non può essere misurata in un film come questo, non potendo neanche tirar fuori un personaggio migliore di quelli interpretati negli ultimi anni da Jennifer Lawrence e da Shailene Woodley, sia perché Cassie è del tutto simile a Katniss e Tris (i due personaggi interpretati rispettivamente dalla due attrici sovracitate in Hunger Games e Divergent), sia perché la sceneggiatura e la regia non riescono a far risaltare i punti di forza della protagonista e dell'attrice. Il talento nella Moretz c'è e come, lo dimostrano i film che l'hanno vista protagonista prima de La quinta onda: speriamo che in futuro decida di prendere decisioni migliori nella scelta dei personaggi da interpretate.
Per il resto, onestamente, La quinta onda è da sconsigliare.
VOTO FINALE: 4,5
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