domenica 22 gennaio 2017

The OA



Giuro che è davvero difficile, per non dire quasi impossibile, recensire una serie tv come The OA, uno degli ultimi prodotti di punta di Netflix, uscita in contemporanea sulla nota piattaforma di streaming lo scorso 16 dicembre. Questo perché The OA è difficilmente descrivibile e durante gli 8 episodi della serie (di durata varia, si va dai 70 minuti del primo ai soli 30 del sesto) così come ci sono momenti entusiasmanti, ci sono anche molti momenti apparentemente privi di senso e passaggi non proprio accattivanti. E la difficoltà maggiore sta proprio nel fatto di riuscire a capire se la serie mi sia in realtà piaciuta oppure no. Propendo più per la seconda opzione, dando comunque risalto alla buonissima realizzazione dei contenuti di The OA e alle atmosfere avvolgenti che mi hanno consentito di arrivare in fondo agli episodi, e alla serie. E poi bisogna sottolineare il coraggio di Netflix stesso di dare carta bianca e assecondare le idee di due registi/attori/produttori indie come lo sono Brit Marling e Zal Batmanglij, già menti, e nel caso di Brit Marling anche faccia, dietro al controverso film del 2013 The East.
The OA lascia quasi sempre un po' perplessi e spiazzati, dà la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di già visto ma poi inserisce quel particolare che fa differenziare la serie da qualsiasi altro prodotto del passato. Comunque consiglio di vederla perché è giusto avere un'opinione su questa serie, chiacchieratissima nell'ultimo periodo. Alcuni consigli per l'uso: The OA a tratti è lenta, ha una quantità di cose strane che possono essere accettate come vere sopra la norma (la cosiddetta suspension of disbelief), però riesce a catalizzare l'attenzione fino all'ultimo secondo dell'ultimo episodio (se non altro perché incuriosisce sapere quali altre bizzarrie possano saltar fuori).
Non è una serie da bocciare ma continuo a pensare che sia molto strana.

VOTO FINALE: 6

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