domenica 15 gennaio 2017

Assassin's Creed



Una sorta di rivoluzione. Che probabilmente serviva, anche se nel complesso non risulta totalmente convincente. Però dopo anni che Hollywood si interroga sul come riuscire a rappresentare in modo adeguato ed esauriente l'universo di videogiochi di successo, con Assassin's Creed è riuscita, quanto meno, a tracciare una nuova rotta. Lo fa nella figura del regista Justin Kurzel e degli sceneggiatori Michael Lesslie, Adam Cooper e Bill Collage, i quali, invece di raccontare solo ed esclusivamente una storia ambientandola nel mondo del videogioco di riferimento, ribaltano il tutto e puntano su un fattore fondamentale per ogni "gamer" che si rispetti: l'esperienza. L'esperienza che ogni giocatore prova nel giocare. Ed è proprio l'esperienza la chiave di volta e di visione di Assassin's Creed, a partire dalla trama: spieghiamo perché.
Callum Lynch, dopo aver assistito anni prima alla morte della madre per mano del padre, è condannato a morte per omicidio. La Fondazione Abstergo, nella persona di Sophia Rikkin, inscena la sua esecuzione per poterlo così trasferire nella propria struttura in Spagna. Qui viene sottoposto al progetto Animus, una macchina, ideata dalla stessa Sophia, che permette di rivivere il passato dei propri avi. Così si ritrova catapultato nell'Andalusia di fine 1400, nella setta degli Assassini, in missione per recuperare la Mela dell'Eden, fondamentale per la storia passata, ma anche e soprattutto nel presente.
Assassin's Creed è un film controverso: nel senso che a fronte di una buonissima (come detto) idea di partenza e delle formidabili scene d'azione ambientate nella Granada del 1492, a far difetto è una trama a tratti frammentata e molto compassata e una totale piattezza nelle scene ambientate nei nostri giorni.
Kurzel è bravissimo nelle scene d'azione ambientate "dentro" l'Animus e sembra di rivivivere il videogioco Assassin's Creed, con combattimenti e fughe da mozzare il fiato. Il problema per lui, e di rimando per il film, è quando bisogna dare verve alla scene meno action, quelle ambientate nel laboratorio della Fondazione Abstergo. Qui vengono fuori anche tutti i difetti della trama, molto lontana da una linearità narrativa che possa entusiasmare e accattivare lo spettatore, sia che sia egli un fan del videogioco, sia che sia un neofita.
La coppia Fassbender - Cotillard, già diretta dal regista australiano in Macbeth con scarsi risultati (nei termini del film che ne uscì fuori), dimostra ancora una volta tutto il suo valore, con un feeling perfetto e rendendo credibile il rapporto tra i due protagonisti. Fassbender è perfetto nel ruolo di Callum Lynch, ma c'erano pochi dubbi su ciò considerando la caratura dell'attore irlandese e la sua facilità nell'interpretare personaggi psicologicamente complessi.
Il giudizio finale su Assassin's Creed non è soddisfacente. La delusione c'è ma quanto meno questo film potrebbe aver tracciato un canovaccio da poter seguire in vista di trasposizioni cinematografiche di videogiochi di successo. 

SCENA CULT: la fuga dal patibolo 

DIALOGO CULT:
Callum Lynch: "The machine, what is it?"
Dr. Sophia Rikkin: "It allows you to see, hear and feel the memories of your ancestor." 

VOTO FINALE: 5,5

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