sabato 5 novembre 2016
In guerra per amore
Pif ha fatto centro di nuovo. Dopo il capolavoro del 2013 La mafia uccide solo d'estate, il buon Pierfrancesco Diliberto torna a raccontare la storia della sua terra, la Sicilia, a modo suo, con quel pizzico di ironia che però ti lascia un sorriso amaro ripensando alle vicende storiche rappresentate. E se nel suo primo film racconta in maniera disinvolta e originale i fatti relativi alla mafia occorsi dagli anni settanta agli anni novanta, nel film In guerra per amore rappresenta allo stesso modo un periodo importante della storia della Sicilia: l'arrivo degli americani durante la seconda guerra mondiale.
E lo fa usando il suo feticcio narrativo, Arturo Giammarresi, giovane palermitano trapiantato a New York, cameriere in un ristorante italiano. Il sogno di sposare la sua conterranea Flora sembra incrinarsi quando quest'ultima viene promessa sposa al figlio del braccio destro di Lucky Luciano. L'unico modo per sopravanzare il rivale e riuscire a sposare Flora è chiedere la mano della ragazza al padre, rimasto in Sicilia. Il problema è che in Sicilia è in corso la seconda guerra mondiale e l'unico modo per Arturo di andare là è arruolarsi nell'esercito americano in partenza per l'Italia.
In guerra per amore non è al livello di La mafia uccide solo d'estate, più che altro perché il primo film di Pif descriveva in modo più spensierato, allegro e surreale alcune vicende non proprio adatte ad una commedia e lo faceva usando quell'umorismo politicamente scorretto che fu il punto di forza di quel film. In guerra per amore è meno continuo sotto quest'ultimo aspetto, ma questo non significa che il prodotto che ne scaturisca non sia incisivo o non soddisfi il pubblico.
Il tutto è condito da una particolare attenzione ai particolari e alla rappresentazione scenica degli ambienti e dei paesaggi siciliani degli anni quaranta, con l'inserimento sì di alcuni stereotipi, ma sempre ben amalgamati nel clima ironico della pellicola e mai fuori contesto.
In guerra per amore è un buon prodotto, indice di un tentativo di crescita da parte di Pif: come regista, come sceneggiatore e come attore. E a proposito di attori, da sottolineare la prova di tutti i caratteristi siciliani che riempiono con la loro passione e la loro professionalità (e la loro bravura) il film di Pif: la loro originalità, la loro freschezza, la loro genuinità, innalzano notevolmente il livello della pellicola.
Le risate ci sono, così come le denunce velate e indignate verso alcune situazioni che in passato hanno portato la Sicilia quasi al collasso. Ma In guerra per amore nasconde anche tutto l'amore che Pierfrancesco Diliberto ha nei confronti della sua terra.
SCENA CULT: l'arrivo con l'asino
VOTO FINALE: 7
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