venerdì 11 novembre 2016
All'ultimo voto
Siamo abbastanza in tema, anche se All'ultimo voto (Our brand is crisis il titolo originale, remake dell'omonimo documentario del 2005) è stato distribuito ormai più di un anno fa nelle sale cinematografiche statunitensi (in Italia destinato solamente al circuito televisivo). Siamo in tema perché il film diretto da David Gordon Green tratta il tema delle elezioni presidenziali e, anche se la storia è ambientata in Bolivia, è impossibile non trovare riferimenti alle elezioni americane che non più di 3 giorni fa hanno decretato Donald Trump come presidente degli Stati Uniti d'America. In All'ultimo voto il momento delle elezioni è trattato solamente nel finale, ma tutta l'organizzazione della campagna elettorale è al centro della vicenda. E, sebbene il film onestamente non sia da ricordare, le dinamiche e le operazioni di "marketing politico" ricalcano in pieno la realtà e tutta la macchina organizzativa, con i suoi pro ed i suoi contro, che è dietro ogni elezione politica. Un film da vedere anche solo per questo motivo.
Ma veniamo alla storia: come detto All'ultimo voto è ambientato in Bolivia, durante la campagna politica per l'elezione del nuovo presidente. Una squadra organizzatrice americana prende in carica il compito di risollevare le sorti politiche del candidato Pedro Castillo, già presidente poco amato in passato e soprattutto in netto calo nei sondaggi. A capo di questa macchina organizzativa c'è (Calamity) Jane Bodine, in passato grande stratega politica, che vede questa come un'occasione per tornare in auge e soprattutto per prendersi una rivincita con Pat Candy, suo antico rivale e capo della parte strategica del candidato più accreditato a vincere le elezioni.
Come detto All'ultimo voto non convince a pieno, viste le sue molte anime e le sue molte sfaccettature che mal si amalgano tra loro. Ci sono dei bei momenti comici è vero, però non così dirompenti da riuscire a fare breccia nel cuore degli spettatori. E anche l'accusa velata al modus operandi delle campagne elettorali mondiali (in cui vige la regola dell' "è tutto lecito" anche a discapito di famiglie e vite private dei candidati), non si spinge troppo in là, resta incredibilmente in superficie. E onestamente da un film del genere ci si aspettava qualcosa di diverso sotto quest'aspetto.
La nota lieta è Sandra Bullock, sempre più dirompente nelle sue ultime interpretazioni, bravissima nel ruolo di Jane e credibile in ogni singola scena.
All'ultimo voto andrebbe visto, come detto, per capire bene come vengono organizzate e si svolgono le campagne elettorali e come si possa riuscire ad imbrigliare, con ogni mezzo lecito o illecito, il pubblico votante. Perché, come dice la stessa Jane, quotando Emma Goldman, "se votare cambiasse qualcosa, lo renderebbero illegale".
SCENA CULT: la gara dei pulmini
FRASE CULT: " That's the world, that's politics. That's how it works. It starts out with big promises and ends up with jackshit happening. But the like the man said: 'If voting changed anything, they'd make it illegal.'"
VOTO FINALE: 6
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento