sabato 13 giugno 2015

Youth - La giovinezza


Basta! Questa è la parola che riassume Youth - La giovinezza, ultimo film di Paolo Sorrentino presentato in concorso al Festival di Cannes 2015. Basta con tutti questi "svolazzi" cinematografici inseriti ad hoc per ammiccare ad un pubblico di nicchia o a (facilmente vulnerabili) presidenti di giuria internazionali, ma che in realtà non fanno altro che appesantire il film e soprattutto non portano da nessuna parte. Si, perché in fin dei conti Youth è un film senza senso, dove in 118 minuti non succede praticamente nulla e dove i lunghi dialoghi disseminati qua e là incidono zero e annoiano lo spettatore.
La sceneggiatura di Youth, scritta dal Paolo Sorrentino sceneggiatore, è una vera mazzata nelle parti basse: è la storia di Fred Ballinger, anziano direttore d'orchestra e compositore, in vacanza in un resort in Svizzera insieme alla figlia Lena e al suo miglior amico Mick, regista e sceneggiatore che sta lavorando alla sua ultima stesura cinematografica, una sorta di suo testamento per il cinema.
I due passano le lunghe giornate a chiacchierare del presente, del passato e del tempo che passa, circondati da personaggi un po' bizzarri e alla ricerca di loro stessi.
Partiamo dal presupposto, già ampiamente specificato, che la storia è di una lentezza disumana e insopportabile. Detto ciò Youth è un'accozzaglia di dialoghi composti da frasi fatte e che sembrano uscite (o copiate) da un libro di filosofia morale e messe insieme giusto per provare a dare incisività alla storia e cercare di accattivarsi il pubblico. Il Paolo Sorrentino regista, poi, cerca in tutti i modi di autocompiacersi, di far vedere di essere un grande regista autoriale: il risultato è l'esatto opposto. Youth non fa altro che trascinarsi lento verso un finale che lascia una grande domanda: ma chi me l'ha fatto fare di vedere questo film? Ma soprattutto: ma è mai possibile nel 2015 sfornare film del genere? Probabilmente dopo il successo (per certi versi incomprensibile) de La grande bellezza, Sorrentino si è ulteriormente montato la testa e ha pensato bene di poter girare e presentare al pubblico un film che in realtà parla di "fuffa" (passatemi il termine).
L'unica cosa che, presa fuori da questo contesto filmico, si può salvare è la colonna sonora. Purtroppo anch'essa però, inserita nell'impianto narrativo e scenico di Youth, contribuisce a rendere la pellicola ancora più pesante e a portare lo spettatore vicinissimo ad abbandonare la visione del film prima dei titoli di coda.
La recensione parla da sola, vedere Youth è come cercare di capire l'odore dell'acqua: per quanto una persona si sforzi, l'acqua resterà sempre inodore, così come Youth resterà sempre un film privo di senso.

VOTO FINALE: 4

Nessun commento:

Posta un commento