domenica 7 giugno 2015
San Andreas
In California, tra la placca nordamericana e la placca pacifica si estende per 1300 km una faglia, la faglia di Sant'Andrea (San Andreas Fault), che a intervalli di 20-30 anni produce dei terremoti di magnitudo 6.0. Ciò ha portato i maggiori esperti di terremoti e i sismologi ad ipotizzare un futuro terremoto, il Big One, che farebbe staccare la California dal territorio degli Stati Uniti. Fantasia o possibile futura realtà? E, in quest'ultimo caso, cosa succederebbe realmente e come reagirebbero le persone?
Hollywood decide di dare vita al Big One: San Andreas, film del 2015 con protagonista Dwayne "The Rock" Johnson, racconta la storia del soccorritore aereo Ray Gaines che, dopo un devastante terremoto che ha colpito la California proprio lungo la faglia di Sant'Andrea, cerca di ricongiungere la sua famiglia, dispersa tra Los Angeles e San Francisco.
11 anni fa Roland Emmerich riscriveva (cinematograficamente parlando) la storia della fantascienza apocalittica con il suo The day after tomorrow (L'alba del giorno dopo), capolavoro di genere e grande successo di critica e botteghino. San Andreas sposta le vicende dalla costa est alla ovest degli Stati Uniti ma, di base, mantiene un filo conduttore col famoso film del 2004: un uomo alla ricerca disperata di trovare e salvare la propria figlia (nella pellicola di Emmerich si trattava di un figlio) nel marasma generale creato da una catastrofe naturale. Al timone di San Andreas troviamo Brad Peyton, mentre la sceneggiatura è curata da Carlton Cuse, famoso per essere uno dei responsabili di una delle migliori serie tv della storia, Lost. Regia e sceneggiatura vanno di pari passo dando vita ad un film godibile e poco pesante; la pecca maggiore, però, è che in San Andreas si da troppo risalto alla distruzione rispetto alle varie sotto trame che emergono nel racconto: ok è un film apocalittico, ma l'eccessiva enfasi data alla continua devastazione delle città e il ripetersi di salvataggi al limite (con i protagonisti sempre totalmente illesi), fa perdere qualche punto al film di Peyton nei confronti di The day after tomorrow (e a tratti anche di 2012). Gli effetti visivi sono spettacolari: la ricostruzione, e la distruzione, di San Francisco è perfetta e altamente emozionante, lo tsunami ricreato a computer è una delle più belle realizzazioni degli ultimi anni. Il resto, però, non da il definitivo cambio di marcia alla pellicola, troppo ancorata, a sprazzi, alla ricerca dello spettacolo adrenalinico a tutti i costi.
The Rock fa come sempre il suo bel lavoro. Ci sono dei personaggi, e delle pellicole, che sembrano disegnati perfettamente su di lui e San Andreas è uno di questi: semmai a sorprenderci di Dwayne Johnson è il suo riuscire a mantenersi ad alti livelli anche nelle scene più "sentimentali" e drammatiche del film. Il supporting cast fa il suo lavoro, con una buona prova di Alexandra Daddario, anche se a volte fa un po' fatica a vestire i panni della diciannovenne Blake.
Per finire, San Andreas è un buon film ma non al livello dei due predecessori citati.
SCENA CULT: lo tsunami a San Francisco
VOTO FINALE: 6
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento