martedì 10 maggio 2016
Veloce come il vento
Sorpresa. Questo è il sentimento suscitato, personalmente, da Veloce come il vento, film diretto da Matteo Rovere e con protagonisti (indiscussi) una brillante Matilda De Angelis ed un fenomenale (almeno per una volta) Stefano Accorsi.
Liberamente ispirato alla vita del pilota Carlo Capone, campione europeo di rally nel 1984, Veloce come il vento è la storia del rapporto, a tratti tormentato e a tratti commovente, di Giulia e Loris De Martino: la prima, diciassettenne pilota che partecipa al campionato italiano GT, il secondo, ripiombato nella vita e nella casa della sorella dopo la morte del padre. Dopo aver saputo che in caso di mancata vittoria del campionato di Giulia, la famiglia avrebbe perso la casa, Loris, con un passato da pilota spericolato, decide di aiutare la sorella e ricostruire il loro rapporto (anche con il fratellino conosciuto solamente al funerale del padre).
5 anni dopo Gli sfiorati, Matteo Rovere torna prepotentemente sulla scena cinematografica italiana, con un piccolo capolavoro che ha si come tema principale la famiglia, in tutte le sue sfaccettature, ma usa la tematica delle corse automobilistiche per enunciarla in tutta la sua potenza. D'altronde, sin da subito è chiaro che nelle vene della famiglia De Martino scorra la benzina, oltre al sangue, ed una passione smisurata per le corse sulle quattro ruote: Rovere non ha assolutamente paura di affrontare con autorevolezza il mondo dei motori e di uscirne a testa altissima. Si perché comunque Veloce come il vento ha molti punti di contatto con Giorni di tuono (per tutta la dinamica inerente al campionato GT) e Rush (per le scene in pista), capolavori, seppur in "epoche cinematografiche" diverse, di genere: la scommessa di Rovere è stata quella di reggere il confronto e non temere il paragone con questi due mostri sacri. Una scommessa assolutamente vinta, perché Veloce come il vento, sorprendentemente, non ha niente da invidiare ai sopracitati film. Ed il merito, oltre che di Rovere che dirige in maniera perfetta tutte le sfaccettature della trama, è anche di una rappresentazione pressoché perfetta delle gare automobilistiche, di un intreccio e una coerenza narrativa fuori dal comune delle dinamiche "in" e "extra" pista.
L'ultimo applauso, ma non per questo meno importante, va ai due attori principali. Matilda De Angelis, all'esordio cinematografico, dimostra di avere la stoffa delle grandi, riuscendo a reggere bene in ogni situazione che il personaggio di Giulia si trova ad affrontare. Stefano Accorsi, invece, riesce a compiere ciò che in tutta la sua carriera (escluso Radiofreccia) non gli è mai riuscito: far immedesimare lo spettatore nel personaggio da lui interpretato; magari favorito dal fatto che Loris sembra cucito proprio apposta per lui, Accorsi sorprende un po' tutti (me per primo) con un'interpretazione da manuale.
Veloce come il vento è un film da vedere. Usa lo sport, ma arriva al cuore degli spettatori. Ed è ciò che più conta.
SCENA CULT: le gare automobilistiche
FRASE CULT:
Loris: "Guidi troppo pulita. Se davi retta a me, arrivavi 5a liscia. Che fai, piangi? E fai bene a piangere, perché hai fatto una gara di merda."
VOTO FINALE: 7
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