giovedì 26 febbraio 2015

Selma - La strada per la libertà



"I have a dream". Le quattro parole identificative di Martin Luther King, pronunciate durante un discorso al Lincoln Memorial di Washington nell'agosto del 1963. Leader dei diritti civili, eroe degli emarginati, paladino della resistenza non violenta, fautore del superamento del pregiudizio etnico e dell'equiparazione tra razza bianca e razza "negra" (come venivano apostrofate le persone di colore in quegli anni), Martin Luther King morì, assassinato, il 4 aprile del 1968 a Memphis, dopo aver contribuito alla lotta per la libertà dei neri d'America.
Una tappa fondamentale del suo "cammino" fu sicuramente Selma, paesino dell'Alabama da sempre schierato contro il diritto di voto delle persone di colore. Il film, Selma, parte dal ritiro da parte di Martin Luther King del premio Nobel per la pace, il 10 dicembre del 1964, e racconta i 4 mesi di manifestazioni pacifiche che hanno preceduto l'annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti Johnson della legge sul diritto di voto, che ha permesso ai cittadini afroamericani di poter votare alle elezioni che si svolgevano nel paese.
Selma, uscito nelle sale americane nel dicembre del 2014 e in quelle italiane lo scorso 12 febbraio, è diretto da Ava DuVernay, premiata come miglior regista al Sundance Film Festival del 2012 per il film Middle of nowhere. La regista e sceneggiatrice statunitense si dimostra un'abilissima cineasta dal sicuro avvenire, riuscendo a dare vita ad un film di alto impatto e dando, finalmente, un ritratto complesso e allo stesso tempo umano e veritiero di uno degli uomini più influenti del secolo scorso. Il film non perde mai di vista il suo obiettivo, non si compiace e non cala mai d'intensità e di ritmo, risultando scorrevole e coinvolgente. Il tutto grazie anche ad una colonna sonora da urlo e ad una fotografia sicuramente all'altezza delle aspettative.
La forza di Selma è anche l'interpretazione di David Oyelowo, incomprensibilmente tenuto fuori dalle nomination agli Oscar: la sua interpretazione di Martin Luther King (consigliata in lingua originale) è da applausi e da brividi e la chiusura del film, il famoso discorso davanti al Campidoglio dell'Alabama, esalta sia la recitazione di Oyelowo che la regia della DuVernay.
Selma è un film da vedere, genuino, emozionante e toccante in molti suoi passaggi: è il ritratto di un uomo, ma è anche il ritratto di una coscienza collettiva che si svegliava dal torpore e soprattutto dalla disumanità perpetrata negli anni nei confronti di persone la cui unica colpa, per molti, era essere nati con un colore della pelle diverso.

SCENA CULT: la prima marcia di protesta da Selma a Montgomery

FRASE CULT: "Preferisco che siate tutti arrabbiati con me piuttosto che vedervi feriti...o morti"

VOTO FINALE: 7,5

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