venerdì 14 ottobre 2016

Fuocoammare



Fuocoammare mi ha lasciato un po' perplesso. Oggettivamente è un buonissimo documentario, fatto e girato molto bene. Ma è proprio sulla parola "documentario" che entra in gioco la mia soggettività. E lo fa soprattutto sotto due aspetti.
Il primo aspetto riguarda la scelta di rappresentare l'Italia per l'Oscar al miglior film straniero del 2017. Sia chiaro, il dover rappresentare l'Italia, per il documentario diretto e sceneggiato da Gianfranco Rosi, è assolutamente una scelta più che azzeccata; ma sul dover rappresentare la nostra penisola sotto la dicitura "film", onestamente, sono in disaccordo. Perché Fuocoammare non è un film, bensì, ripeto ancora una volta, un documentario. Non entro nel merito del perché sia stato scelto tra i film (forse la tematica delicata, vista la situazione attuale?), ma dal mio punto di vista, da amante del cinema, realmente non riesco a capire questa presa di posizione. Perché allora l'Oscar 2016 come miglior documentario, Amy, avrebbe meritato in egual misura, seconda questa logica, di rientrare nella categoria film.
Il secondo aspetto riguarda esclusivamente Fuocoammare e il mio punto di vista su questa tipologia di documentari: non sono un amante di questi documentari. Poi ripeto, Fuocoammare è girato in maniera impeccabile, ha una sceneggiatura che lascia il segno, ma è un po' troppo lento, per i miei gusti.
Poi ha vinto anche l'Orso d'oro, quindi comunque siamo di fronte ad un documentario che valica i confini nazionali e viene apprezzato anche all'estero, grazie ad uno stile molto più "internazionale" che "casalingo", però il mio giudizio resta lo stesso.
Un bravo va comunque anche al piccolo Samuele Pucillo, bravissimo e dall'enorme potenziale.
Fuocoammare è un documentario da far vedere, per sensibilizzare sulla situazione migranti, ma non penso sia da annoverare tra i migliori a livello internazionale. A livello italiano si, su quello dubbi non ce ne sono.

VOTO FINALE: 6,5

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