martedì 4 ottobre 2016
Demolition - Amare e vivere
Dopo Dallas Buyers Club e Wild, Jean-Marc Vallée torna ad indagare l'animo umano e dopo aver plasmato due attori del calibro di Matthew McConaughey (nel primo film) e Reese Witherspoon (nel secondo film) affida l'impianto narrativo del suo Demolition, uscito ad aprile negli Usa e a settembre in Italia, alle solide spalle di Jake Gyllenhaal. E come i suoi sopracitati colleghi, Gyllenhaal non fallisce le attese, con una prova da primo violino di assoluto valore e con un'interpretazione che riesce a nascondere qualche piccola magagna che il film del regista canadese ogni tanto palesa. Ma andiamo con ordine.
La vita di Davis cambia nel momento in cui sua moglie muore in un incidente automobilistico. Al limite della depressione, una sera decide di scrivere una lettera di reclamo all'assistenza clienti di un distributore automatico; da una, le lettere diventano una decina, nelle quali Davis si sfoga e grazie alle quali inizia a capire di più sulla propria vita. Le sue lettere attirano l'attenzione della ragazza che lavora all'assistenza clienti, Karen Moreno. L'incontro di Davis con Karen, e suo figlio Chris, lo aiuterà (ma aiuterà anche gli altri due) a ricostruire la sua esistenza.
Siamo di fronte ad un film in buona sostanza drammatico, perché nonostante qualche breve passaggio, tutto si può dire tranne che Demolition sia un film che strizzi l'occhio alla commedia (come magari può essere in alcuni passaggi Io prima di te). La struttura della sceneggiatura firmata da Bryan Sipe è buona, con ampio risalto dato alla fragilità dell'animo umano, ai piccoli equilibri che ogni giorno rischiano di saltare e rivoluzionare la vita di ogni persona. Il problema è che a volte si perde troppo a lungo in descrizioni evitabili e in iperboli a tratti stancanti e Jean-Marc Vallée non riesce a venirne fuori in maniera ottimale, rimanendo intrappolato, a volte, in eccessi narrativi che rischiano di stancare lo spettatore e non rendono fluida la visione del film.
Il mezzo voto in più a Demolition è merito di Jake Gyllenhaal. Perché sì, Naomi Watts, Chris Cooper (sempre sul pezzo) ed il quindicenne Judah Lewis sono delle spalle più che buone, ma l'interpretazione di Gyllenhaal è di grande fattura: l'attore californiano è bravissimo a rendere veritiero Davis, brillando in tutte le sfaccettature (di personalità) del suo personaggio.
Demolition non è un film da buttare, ma con qualche accortezza in più si sarebbe garantito una maggiore considerazione, perché le premesse c'erano tutte.
SCENA CULT: la distruzione della casa
MONOLOGO CULT: "My parents left for Tampa this afternoon, and I stayed at the airport an extra two hours watching people walk back and forth with their luggage in tow. I find I'm suddenly filled with...wait...overwhelmed by...a growing sense of curiosity. What are in these bags? I wanna know what these people can't do without for four days in Buffalo. I wanna go through every one of them and dump their shit in a huge pile."
VOTO FINALE: 6,5
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