venerdì 11 marzo 2016

Legend



Londra, fine anni ’50. In una città in cui le attività criminali non sono ancora su larga scala, a farsi strada sono due gemelli dell’East End londinese: Reginald e Ronald Kray.  Il primo, elegante e con un gran fiuto per gli affari, sposa la giovane Frances Shea, sorella del suo autista, che tenta in ogni modo di portarlo sulla buona strada. Il problema di Reginald, però, è proprio suo fratello gemello Ronald, sanguinario e schizofrenico.
Tratto dal libro “The Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray Twins” scritto nel 1972 da John Pearson, Legend racconta l’ascesa e la caduta dei due gemelli Kray, con i toni dark che un film del genere merita, miscelando però anche dramma e commedia. Ed è proprio questa difficile collocazione che fa perdere l’identità al film: dovrebbe essere un crime-drama, come anche la voce fuori campo di Frances in veste di narratrice fa intendere, a volte però si tramuta in commedia, utilizzando molti elementi che ricordano il cinema violento con ironia di Guy Ritchie; resta nel limbo, e ciò penalizza tutta la pellicola.
Brian Helgeland è regista e sceneggiatore di Legend: entrambe, regia e sceneggiatura, risentono in negativo di questo connubio di generi e di questa indecisione sul registro da seguire. La trama del film è molto buona nella prima parte ma diventa noiosa e molto compassata nella seconda, condizionando di conseguenza il ritmo che inizialmente è molto alto e che poi si affievolisce in vista del traguardo finale. E considerando che Legend è tutto fuorché un film innovativo, il rischio di “perdere” lo spettatore durante i 131 minuti di durata è molto alto.
A risaltare più di tutti in Legend sono gli effetti speciali di Bernard Newton e tutto il lavoro di postproduzione: i gemelli Kray sono entrambi interpretati da Tom Hardy e in tre quarti buoni del film entrambi sono presenti sulla scena. Rendere credibili tutte queste scene, e soprattutto le due in cui Reggie e Ronald vengono alle mani, non è stato un lavoro facile, quindi è un aspetto da sottolineare.
Come detto, il protagonista (o i protagonisti) assoluto è Tom Hardy: anche qui mette in mostra tutte le sue capacità, risultando però più credibile nella versione di Reginald Kray che in quella di Ronald Kray, a volte interpretato quasi al limite dello “scimmiottamento”, esagerando un po’ troppo in alcune scene. Nella norma, tendente all’anonima, la prova di Emily Browning: a parte il buon feeling con Hardy, la sua interpretazione della giovane Frances non è da ricordare.
In sintesi, Legend è un film di difficile collocazione, che da l’impressione di non aver saputo sfruttare a pieno le opportunità che una storia come quella dei Kray poteva concedere. 

SCENA CULT: l'omicidio commesso da Ronald

DIALOGO CULT:
Ronald Kray: "Why would you do that?"
Reggie Kray: "Because I can't kill you! No matter how much I fucking want to!" 

VOTO FINALE: 6-

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