lunedì 7 marzo 2016

Gods of Egypt



Un film stroncato ancor prima di arrivare in sala. La classica mossa del "sentito dire" che contraddistingue molti critici cinematografici che bollano come disastroso e scadente un film senza, a volte, averlo visto o almeno "studiato" nella sua totalità. Alex Proyas, regista di Gods of Egypt, uscito nelle sale a fine febbraio, che si è scagliato in maniera netta contro tutti quei critici che hanno stroncato il suo film in modo banale, non avrà tirato fuori un capolavoro ma, onestamente, neanche un film da buttare. Gods of Egypt è un film d'avventura, con aspetti fantasy inseriti in un contesto storico ben definito, l'antico Egitto: gli storici ed i critici, proprio per quest'ultimo aspetto, hanno storto il naso, ma comunque bisogna sottolineare il fatto che è pur sempre un film fantasy e non un film storico.
Detto ciò, passiamo al film: quando il dio Osiride decide di lasciare il regno (l'Egitto) nelle mani del suo unico figlio Horus, attira le ire del fratello Set che, accecato dalla rabbia, decide di uccidere Osiride ed accecare l'erede legittimo, auto proclamandosi sovrano assoluto dell'Egitto e riducendo il popolo in schiavitù. Un anno dopo, il giovane ladro Bek decide di aiutare Horus a riprendersi il potere perduto, per poter così liberare l'Egitto e salvare la sua amata Zaya.
Mortali e dei che convivono insieme, con questi ultimi dotati di poteri sovrannaturali: se Gods of Egypt fosse stato concepito come un film storico, la risata sarebbe sorta spontanea. In realtà, come detto, si tratta di un film di avventura, che intrattiene anche abbastanza bene e non si prende mai tremendamente sul serio: cos'altro bisogna ricercare in un film del genere? Resta il fatto che non sia un capolavoro, soprattutto perché in fin dei conti la trama è un po' scontata, ma comunque mai noiosa, e gli effetti speciali, su cui si basa gran parte del film, sono da rivedere. Anzi, diciamo pure che effettivamente sono totalmente scadenti. Per il resto, la regia di Proyas non ha sobbalzi d'autore ma comunque si limita a seguire le vicende di Horus e Bek senza perdere tempo in tecnicismi troppo spinti; i dialoghi sono da rivedere, a volte sono totalmente banali, altre volte accattivanti, così come alcune trovate sceniche. Il cast non si distingue chissà per quali acuti, ma è ben amalgamato e convincente.
Non ho capito bene tutto questo linciaggio mediatico a Gods of Egypt: forse qualcuno ha la memoria breve e non ricorda che questo film, sotto il profilo dell'avventura e dell'intrattenimento, è migliore di tanti altri, tra cui (per citare uno degli ultimi) Hercules - La leggenda ha inizio, quello si realmente scadente. Onestamente, dal mio punto di vista non mi sento di stroncare Gods of Egypt.

SCENA CULT: l'enigma della Sfinge

DIALOGO CULT:
Bek:"We should run."
Horus:"Run?"
Bek:"We mortals do it all the time!"

VOTO FINALE: 6

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