Il ritratto perfetto della Roma (e dell'Italia) contemporanea. 130 minuti da vivere tutti d'un fiato, cupi, tetri, magnifici nella loro brutalità. Il nuovo film di Stefano Sollima, tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, uscito nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 14 ottobre, è un affresco del nuovo cinema noir e drammatico italiano.
Ma che cos'è Suburra? La Suburra era un vasto e popoloso quartiere dell'antica Roma che nel linguaggio comune ha assunto il significato generico di luogo malfamato, teatro di crimini e immoralità; termine che risulta azzeccatissimo come titolo per il film di Sollima, in cui si intrecciano le storie della criminalità romana e della politica italiana, contestualizzate nella settimana che precedette le dimissioni di Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio il 12 novembre del 2011.
Pur con molte divergenze rispetto al libro da cui è tratto, Suburra cavalca benissimo il filone intrapreso da Romanzo Criminale (il film) e, grazie alla regia di Stefano Sollima (già al timone delle due serie tv italiane più acclamate degli ultimi anni, Romanzo Criminale e Gomorra) può attestarsi come uno dei film, cinematograficamente parlando, migliori degli ultimi anni. Suburra è girato molto bene, con stacchi di regia e movimenti di macchina da antologia, con una fotografia, quella curata da Paolo Carnera (lo stesso che curò quella della serie sulla banda della Magliana), strepitosa e tremendamente veritiera, da far studiare in tutte le scuole di cinema italiane e non solo. La pecca principale del film è una storia che, nonostante prenda impeccabilmente lo spettatore, non va completamente a fondo delle vicende narrate, preferendo lasciare alcuni spiragli aperti e "caricaturando" un po' troppo il mondo della criminalità.
Il cast è all'altezza della situazione: Amendola, Germano, Borghi, Scarano (grande sorpresa), Gorietti, tutti capaci di tirare fuori il meglio dai loro personaggi, con delle interpretazioni senza sbavature e, a volte, molto verosimili. Ma il punto di forza di Suburra è Pierfrancesco Favino: grandissimo nei panni del politico corrotto Filippo Malgradi, strepitoso nello studio del personaggio e nel renderlo così tremendamente veritiero.
Suburra è un buon film, che colpisce alla stomaco in più di un'occasione e che non fa rimpiangere la visione. Esce dagli schemi del cinema italiano e già questa è una notizia più che positiva e un buon motivo per consigliarne la visione.
SCENA CULT: le sequenze della notte in hotel del politico Filippo Malgradi
DIALOGO CULT:
On. Malgradi: "Sei stato tu?"
Samurai: "È stata Roma"
VOTO FINALE: 7
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