sabato 31 maggio 2014

X-Men: giorni di un futuro passato


Collocandosi contemporaneamente sulle due linee temporali tracciate da X-Men: L'inizio e X-Men: Conflitto finale, X-Men: giorni di un futuro passato vede nuovamente in cabina di regia Bryan Singer, regista dei primi due capitoli della saga sui mutanti della Marvel, e riunisce i vari attori protagonisti della trilogia degli X-Men e dell'ultimo film diretto da Vaughn.
Il punto di connessione tra le due linee temporali è Wolverine, la cui coscienza (grazie a Kitty Pride) viene mandata indietro nel tempo, precisamente nel 1973: compito di Logan è quello di impedire l'uccisione di Bolivar Trask da parte di Mystica ed evitare quindi la concatenazione di eventi che porterà alla distruzione degli umani e dei mutanti da parte delle sentinelle.
Se già in X-Men: L'inizio era iniziata una leggera risalita dopo aver toccato il fondo con X-Men: Conflitto finale, Bryan Singer fa comunque una specie di miracolo, riuscendo non solo a collegare tra loro tutti i vari film della saga, ma creando uno spettacolo con i fiocchi: X-Men: Giorni di un futuro passato è intrattenimento e azione allo stato puro, con poche pause, pochissime incogruenze e molto credibile. 
Punto centrale del film è, come detto, l'incastrarsi delle due linee temporali: l'azione principale avviene nel passato, mentre quella di contorno è ambientata nel "presente". Singer è bravo anche qui a tenere un discreto equilibrio tra i due "mondi" e a rappresentare in maniera stupenda gli anni settanta, grazie ad un lavoro certosino e accurato dei dettagli, dai vestiti, alla musica, ai modi: ne esce fuori un "mondo" sospeso tra la realtà dei settanta e la finzione rappresentata in X-Men, complementare e perfetto all'interno della sceneggiatura.
Il cast di attori è come sempre di livello sopraffino, con James McAvoy di una spanna sopra a tutti e Hugh Jackman che, a dispetto del personaggio che interpreta, invecchia sempre più velocemente ed inizia a dare segni di cedimento. La nota di merito, però, va a Peter Dinklage, che dimostra ancora una volta le sue grandi doti attoriali, a dispetto delle sindrome che lo affligge dalla nascita: Singer è bravo anche qui a non dare importanza, nelle battute e nei dialoghi del film, al fatto che Dinklage sia in realtà un nano e questo è un ulteriore conferma di quanto quest'ultimo sia apprezzato ad Hollywood e dintorni.
Che dire, X-Men: Giorni di un futuro passato rimette tutto al suo posto e da nuova linfa ad un saga che solamente 2 film fa sembrava ormai essere arrivata alla frutta. E' un film consigliato agli amanti del genere e che ci proietta verso il sequel di X-Men, Apocalypse.


SCENA CULT: l'evasione di Magneto

FRASE CULT:
Charles Xavier: "Il passato: un posto pieno di promesse potenziali e infinite possibilità. Noi siamo la somma delle nostre scelte, quello che facciamo ora determinerà quello che faremo in futuro. Infinite decisioni implicano infinite conseguenze. Nessun futuro è stato già scritto."

VOTO FINALE: 7,5

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