sabato 23 novembre 2013

Fuga di cervelli


Paolo Ruffini si cimenta per la prima volta dietro la macchina da presa e oltre alla regia cura anche la sceneggiatura di Fuga di cervelli, film appena uscito nelle sale cinematografiche italiane e remake del campione d'incassi spagnolo (e di share, nel suo passaggio in tv) Fuga de cerebros.
Fuga di cervelli racconta la storia di un gruppo di amici un po' fuori dagli schemi (il timido Emilio, il cieco Alfredo, il paraplegico Alonso, lo spacciatore Lebowski e lo "stupido" Franco) che decide di partire per Oxford quando Nadia, oggetto dell'amore di Emilio dall'età di sei anni, vince una borsa di studio per la prestigiosa università inglese. Nel tentativo di aiutare Emilio, i cinque ragazzi ne combineranno di tutti i colori.
Fuga di cervelli è un film molto leggero con pochi reali acuti di comicità e che non riesce mai a carburare del tutto e ad avvicinarsi al filone demenziale universitario di matrice americana al quale questo film si rifà. Peccato, perché la storia c'era ed il cast pure, ma si è osato un po' poco e quindi Fuga di cervelli resta ancorato nel limbo: non è un film serio, non è un film demenziale, non riesce ad essere un film completamente comico, in quanto, ripeto, le scene in cui realmente si ride di gusto sono abbastanza poche.
I cinque protagonisti, Luca Peracino, Paolo Ruffini, Guglielmo Scilla, Andrea Pisani e Frank Matano, si muovono bene ma non riescono a far uscire completamente i loro rispettivi personaggi. Simbolo di ciò è il personaggio di Guglielmo Scilla, Lebowski, sfruttato male e poco, con cinque-battute-cinque disperse nei 90 minuti di pellicola: Scilla e di conseguenza Lebowski potevano essere sfruttati meglio e in maniera più continua, visto che le doti di "Willwoosh" davano ampie garanzie.
Purtroppo Paolo Ruffini nel ruolo di regista è rimandato, sperando che nella prossima pellicola da lui diretta (se mai ci sarà) possa smentirci.

SCENA CULT: la scena del ristorante

VOTO FINALE: 5,5

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