martedì 18 aprile 2017
Life - Non oltrepassare il limite
Un bel thriller. Oserei dire d'altri tempi, anche se le ultime scoperte scientifiche fanno pensare che il film diretto da Daniel Espinosa non si discosti molto dalla realtà. D'altri tempi perché Life - Non oltrepassare il limite ha delle atmosfere molto simili al primo Alien, nonché musiche e scenografie che strizzano gli occhi a molti film degli anni novanta. Tanto che, se non fosse per un paio di scene in "esterna", cioè al di fuori della navicella, non c'è un uso spropositato degli effetti speciali.
Navicella ho scritto, in realtà si tratta della stazione spaziale internazionale, dove un gruppo di scienziati-astronauti entra in possesso di un campione organico proveniente da Marte. Piano piano questa microscopica cellula inizia a crescere e si dimostra tutto fuorché innocua. Per i 6 astronauti si preannuncia una sanguinosa battaglia contro quest'essere "marziano".
Gran bel lavoro quello di Daniel Espinosa: Life è un film che prende, intrattiene alla grande, tiene incollati allo schermo. Come dico sempre, se un film rispetta queste caratteristiche allora ha compiuto a pieno il suo dovere. E poi una delle cose migliori di Life è anche la suspense creata dalle musiche curate da Jon Ekstrand, sempre centrate e psicologicamente inquietanti.
Il cast, ovviamente, fa a pieno il suo dovere, soprattutto come gruppo: mettere insieme star del calibro di Jake Gyllenhaal, Rebecca Ferguson, Ryan Reynolds e Hiroyuki Sanada e riuscire a dirigerli nella maniera migliore e creando un equilibrio quasi perfetto tra loro significa avere un grande polso (nel caso di Espinosa) e soprattutto attori poco "protagonisti" e più concentrati nella buona riuscita del prodotto.
Life lascia un velo di inquietudine e del sano turbamento. Non rimarrà nella storia come un capolavoro assoluto, ma non è da disdegnare.
FRASE CULT: "Don't open."
VOTO FINALE: 7
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