domenica 2 aprile 2017
Kong: Skull Island
Apocalypse Now incontra King Kong. Scordatevi il maestoso King Kong del 2005 firmato Peter Jackson, Kong: Skull Island è tutta un'altra cosa, è tutta un'altra storia. Due modi completamente diversi, ma entrambi efficaci, quelli di Peter Jackson e Jordan Vogt-Roberts di rappresentare scenicamente il mondo di King Kong, con quest'ultimo alla prima direzione di un blockbuster hollywoodiano. Diciamo che se l'è cavata, nonostante una sceneggiatura a tratti confusionaria (troppa carne sul fuoco), anche grazie all'aiuto dell'ottima CGI, della fotografia eccellente di Larry Fong (non uno qualsiasi), delle musiche completamente azzeccate dell'inglese Henry Jackman e delle scenografie curate da Stefan Dechant. Un insieme esplosivo che riesce a sopperire ad alcune pecche della trama. Ma va bene così, Kong: Skull Island aveva tutti i presupposti per essere un flop. In realtà non lo è stato, non lo è, non lo sarà.
Perché ho parlato di Apocalypse Now? Perché la storia è ambientata nel 1973 (dopo un breve incipit ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale), quando un agente governativo, Bill Randa, guida una spedizione segreta su un'isola inesplorata del Pacifico: spedizione che comprende, oltre ad un team di esperti geologi, anche un ex capitano britannico, James Conrad, una fotoreporter pacifista, Mason Weaver, e gli Sky Devils, gruppo di elicotteristi guidati dal tenente Packard, impegnati fino a pochi giorni prima a combattere la guerra in Vietnam. Appena arrivati sull'isola, gli uomini di Packard iniziano a lanciare degli esplosivi che dovrebbero servire ad esaminare il sottosuolo: quello che fanno, in realtà, è risvegliare alcuni mostri che popolano l'isola, ma soprattutto scatenare l'ira di Kong.
Napalm come se piovesse. In realtà la cosa più bella che resta in testa di Kong: Skull Island è ovviamente la scena dell'arrivo della spedizione sull'isola: tributo degno e spettacolare al film di Francis Ford Coppola che ha segnato la storia del cinema. Ma c'è anche dell'altro: c'è un buon ritmo, un buon amalgama tra i vari attori protagonisti del film, una resa scenica accattivanante dell'Isola del Teschio. Magari Kong: Skull Island non raggiunge completamente il film di Peter Jackson, ma in realtà non è un remake del King Kong originale, è una storia completamente diversa. E onestamente è un buonissimo film; e la possibilità di una futura pellicola che vedrà protagonisti King Kong e Godzilla penso sia qualcosa di estremamente eccitante.
SCENA CULT: l'arrivo a Skull Island
FRASE CULT: "An uncharted island. Let me list all the ways you're gonna die: rain, heat, disease-carrying flies...and we haven't started on the things that want to eat you alive."
VOTO FINALE: 7
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