lunedì 13 maggio 2019

Lo spietato

"E lei che lavoro fa?" "Imprenditore"
E già, perché fare l'imprenditore nella Milano degli anni ottanta per molti era più una copertura, un modo per nascondere i propri loschi affari. E per Santo Russo, calabrese trapiantato a Milano (a Buccinasco per l'esattezza) all'età di 16 anni, questa è stata sempre la massima aspirazione: criminale sì, ma con spirito imprenditoriale.
Nasce da qui "Lo spietato", film diretto da Renato De Maria e adattamento del romanzo "Manager Calibro 9" di Colaprico e Fazzo. E da un libro che presenta un titolo del genere, non ci si può che aspettare un film che rinverdisca i fasti del cinema poliziesco-criminale degli anni settanta, quello di "Milano calibro 9", de "La mala ordina", de "Il boss", della cosiddetta Trilogia del milieu, tre film noir-poliziotteschi diretti da Fernando Di Leo.
L'operazione compiuta da De Maria è ben riuscita: Lo spietato, uscito per sole tre "giornate evento" al cinema (8-9-10 aprile) e poi pubblicato direttamente su Netflix a partire dal 19 aprile, funziona alla grande, soprattutto a livello di ritmo, colori, costumi, scenografia, interpretazione, meno a livello di trama/sceneggiatura, molto basica e poco originale. Però, come detto, i colori e i costumi pop danno un'aura internazionale a "Lo spietato", che risulta perfetto nel catalogo Netflix. E soprattutto si contrappone bene ad un altro film di genere ambientato negli stessi anni ma a Roma: Romanzo Criminale. A differenza di quest'ultimo, forse anche per il differente anno di produzione e la voglia di esaltarsi in un catalogo comunque complicato come lo è quello di Netflix, "Lo spietato" risulta meno cupo e a tratti più scorrevole; anche se "Romanzo Criminale" resta un capolavoro di genere.
Alcune note di merito: ovviamente alla regia di Renato De Maria, che ha giustamente osato ed è riuscito a tirare fuori un film che funziona ed ha cavalcato, secondo me, il fattore Netflix e il non dover passare sotto la mannaia del box office; all'interpretazione di Riccardo Scamarcio in primis, credibile, sempre sul pezzo e mai fuori posto; all'interpretazione, anche e soprattutto, di Sara Serraiocco, bravissima nel tenere testa a Scamarcio (interpreta la moglie di Santo) e vera grande sorpresa de "Lo spietato".
VOTO: 7
E ora c'è una sorpresa: il primo podcast de "L'acchiappa film". Dedicato a "Lo spietato", ovviamente, ma anche ad altri film presenti nel catalogo Netflix e di recente pubblicazione: "The highwaymen", "Unicorn store", "Durante la tormenta", "The Silence" e "Triple Frontier". Così se siete in cerca di consigli su cosa vedere del catalogo Netflix, provo a darveli. Questo è il primo podcast...ci sono margini di miglioramento :D :D


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