martedì 27 aprile 2010

Agorà























Non riesco a capire il senso di fare un film come Agorà: ciò che intendo dire è che la pellicola è piatta e non ha niente di speciale, veramente non si capisce perchè il film sia stato girato e proiettato. Ma andiamo con ordine.

Agorà racconta la vita e la morte della filosofa Ipazia (370-415 d.C.), trovatasi in mezzo agli scontri tra diverse fazioni ad Alessandria d'Egitto. Il film apre con la faida interna alla città tra fanatici cristiani e pagani (tra cui la famiglia della filosofa), con quest'ultimi costretti a consentire ai "parabolani" (come vengono chiamati i cristiani nel film) il libero accesso alla famosa Biblioteca d'Alessandria, da quel momento oggetto di atti barbarici. Poi la storia si sposta a svariati anni dopo, con un'altra faida interna alla città, tra i cristiani e gli ebrei. Nel mentre Ipazia è assorta nello studio del sistema solare, nel ricercare risposte sul centro dell'universo, ed è preda delle mire del neo prefetto Oreste (suo ex alunno) e del cristiano Davo (suo ex schiavo).

Agorà è diretto da Alejandro Amenabar, spagnolo così come il film, ed interpretato da Rachel Weisz. La scenografia è spettacolare: la città di Alessandria è stata ricostruita in ogni minimo particolare e rappresentata in modo molto veritiero e bello (nel voto finale, poi vedrete, il film prende un punto in più proprio per la scenografia). Ma è tutto qui. Il film è pieno di retorica e non si capisce dove Amenabar voglia arrivare. Forse criticare un po' tutti i fanatismi religiosi, ed in questo caso cristiani, dipinti realmente come fanatici e ribelli. Però poi si dipinge la stessa protagonista Ipazia come fanatica, più che della religione, della filosofia e dell'astronomia: si lascia morire pur di non cedere ad un piccolo compromesso per garantire la pace in città.
Rachel Weisz è molto piatta nella sua performance e quindi ne viene fuori una Ipazia quasi al di fuori del film: usa sempre le stesse espressioni, non alza mai il livello della sua recitazione.
Stesso dicasi per i personaggi di contorno.

Il film ruota per 140 minuti sempre intorno la stessa cosa, sempre intorno alle stesse storie: è un ripetersi ciclico di scene viste e riviste. Ed in più alla fine ci viene svelato che tutti i lavori della filosofa Ipazia sono andati perduti e quindi non si sa se è realmente vero il fatto di aver scoperto che il sole è al centro dell'universo e tutti i pianeti gli girano intorno con orbite ellittiche: e allora che cosa abbiamo visto nelle 2 ore e 20 minuti di film?

Si poteva fare molto ma molto meglio. Bocciato in tronco.


SCENA CULT:
Quando viene inquadrata la città di Alessandria in tutto il suo splendore.


BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Tutti i lavori scientifici di Ipazia sono andati perduti..."


VOTO FINALE:5,5


minno85

mercoledì 21 aprile 2010

Bordertown




















Allora, premetto che bisogna ringraziare la professoressa AnnaLisa Tota perchè oggi a lezione ci ha fatto vedere il documentario "Senorita extraviada" di Lourdes Portillo e in un certo senso mi ha "spinto" a vedere questo film.

Bordertown parla di eventi reali, che sono accaduti e che continuano ad accadere ora, in questo momento, a Ciudad Juarez, piccola cittadina del Messico al confine con il Texas: vengono assassinate numerose donne, si parla ufficialmente di 400 donne ma ne sono molte di più, catturate all'uscita delle maquiladoras (le fabbriche), violentate e sepolte nel deserto. Sono delle vere e proprie desaparecidos, il governo e la polizia non hanno interesse a rincorrere la verità, azione molto più costosa rispetto al lasciare tutto com'è.
L'inviata del "Chicago Sentinel" Lauren Adrian indaga su queste misteriose sparizioni e si imbatte in una ragazza che per miracolo è riuscita a sfuggire a morte certa (ma che comunque si è sorbita le violenze).

Il tema è scottante e rilevante. In pochi nel mondo sanno quello che realmente accade a Juarez. La questione passa quasi del tutto inosservata e in Messico c'è quasi il divieto di parlare di queste "sparizioni". Anche la troupe si è ritrovata a girare in condizioni pessime e rischiando un bel pò: attori minacciati, difficoltà nelle riprese a Juarez, furgoni-camerini oggetti di vandalismo, ecc.

Buona la regia di Gregory Nava e buona anche la recitazione del cast: Jennifer Lopez perfetta nella parte dell'inviata americana che ritorna nei luoghi d'infanzia (doveva affrontare il ruolo di una giornalista con le palle e beh, lei si fa valere alla grande), Maya Zapata molto brava nel ruolo della ragazza sfuggita alla morte e senza sbavature le interpretazioni di contorno di Antonio Banderas (direttore del giornale locale che cerca di far luce sulla faccenda) e Martin Sheen (direttore del "Chicago Sentinel").

E' un film da vedere, bisogna aprire gli occhi su questa realtà messicana, bisogna capire cosa realmente succede a Juarez e capire la fortuna di non viverci.


BATTUTA/DIALOGO CULT:
"Lauren...il numero di donne assassinate non è 375...quello lo ha stabilito a tavolino la polizia...il vero numero è molto vicino a 5000 (5mila)."

SCENA CULT:
Scusate ma in un film come questo non riesco a scegliere una scena cult


VOTO FINALE: 8


minno85

martedì 13 aprile 2010

Friday Night Lights (serie tv) 1a Stagione





















Friday Night Lights è una serie tv che prende spunto dal libro "Friday Night Lights: A Town, A Dream, and A Team" scritto da Bissinger, che ha dato vita anche ad un film omonimo e ha dato spunti ad altri film sul football (su tutti Varsity Blues). Il libro racconta la stagione 1988 della squadra liceale dei Permain Panthers di Odessa, in Texas.
La serie tv segue le linee guida del film, ma trasloca le vicende nella città fittizia di Dillon: qui la squadra liceale dei Dillon Panthers deve riuscire a riportare a casa il titolo di campioni del Texas.
Quindi le aspettative sulla squadra sono parecchie, in Texas il football è uno stile di vita. Il nuovo coach dei Panthers, Eric Taylor, non avrà vita facile per cercare di far quadrare il cerchio e plasmare al meglio una squadra che ha nei singoli Jason Street (quarterback), Smash Williams (running-back) e Tim Riggins (full-back) il perno centrale. Ma alla prima partita, nell'episodio pilota, un incidente in campo pone fine alla carriera della star Jason Street (richiestissimo da tutte le università d'America) e lancia quella di Matt Saracen, nevrotico quarterback con una serie infinita di problemi e con il solo e "sfigato" Landry Clarke come amico. La stagione è appena iniziata e sarà molto lunga, la fine è tutta da scrivere.

Come in ogni serie tv che si rispetti, c'è una buona dose di presenze femminili: Tami e Julie Taylor (rispettivamente moglie e figlia del coach), Lyla Garrity, Tyra Collette. Le loro vicende si intrecciano inevitabilmente con quelle dei giocatori di football.

Questa prima stagione di Friday Night Lights è una delle migliori di sempre. Ha ottenuto un enorme successo di critica, lodata per il suo ritratto realistico della classe media americana e per la profonda esplorazione caratteriale dei personaggi.
Il cast è formato da attori poco conosciuti ma strepitosi, considerando il fatto che il metodo delle riprese è completamente innovativo: ampia libertà agli attori di improvvisare un copione con delle linee guida, al massimo 2-3 ciak per scena, come si fosse a teatro, stile delle riprese a documentario. Tutto ciò ha dato vita ad un qualcosa di magico, si fa veramente il tifo per i Dillon Panthers guardando la serie: complimenti a tutti!!


FRASE GUIDA:
"Clear eyes...full hearts...cant'lose!!" (occhi limpidi, cuore puro...noi vinciamo!!"

PERSONAGGI IN:
Tim Riggins
Tyra Collette

VOTO FINALE: 9


minno85